Pesa come un macigno il mancato accordo tra Anicav e Op sul prezzo e sulle condizioni di conduzione della campagna per il pomodoro nel Bacino del Centro Sud.
Allo stato non si registrano novità rilevanti, ma è plausibile che le diplomazie dei due blocchi siano al lavoro per trovare una soluzione. Mentre si alza la voce di Corrado Martinangelo, presidente nazionale di Agrocepi, che chiede al ministero per le Politiche agricole di convocare le parti e cercare di trovare un accordo.

Lontanissimi tra loro i prezzi offerti: Anicav aveva proposto euro 0,087 al chilogrammo per il pomodoro lungo ed euro 0,082 per il tondo. Mentre si attestavano invece ad euro 0,105 per il lungo ed euro 0,095 per il tondo, i prezzi contenuti nella controproposta del 27 aprile scorso inviata all'associazione dei conservieri dalle Op Assodaunia, Aoa, Apopa, Almaseges, Concoosa, Aom, Apom, La Palma, Apo Foggia, Conapo, Apoc Salerno, Fimagri, Terra Orti.

L'unica organizzazione agricola a prendere una posizione era stata la Cia: "Ci chiedono di produrre sottocosto" aveva accusato secco il presidente dell'organizzazione a Foggia Michele Ferrandino.

"La mancanza di un accordo interprofessionale per la campagna di trasformazione del pomodoro da industria nel Bacino del Centro Sud rischia di essere un problema serio per la nostra filiera del rosso" afferma Corrado Martinangelo presidente dell'organizzazione che rappresenta gli interessi tanto degli agricoltori quanto dei trasformatori.

"Credo che ci siano ragioni da una parte e dall'altra ed è necessario però facilitare una soluzione, e questo onere grava anche sulle istituzioni. Per questo motivo Agrocepi sollecita un incontro nazionale tra il ministero per le Politiche agricole, le regioni interessate, le Organizzazioni di produttori e l'Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali per valutare interventi di sostegno pubblico alla filiera che consentano un equilibrio tra le diverse esigenze in campo" conclude.