L'agricoltura sarda è in ginocchio e rischia il tracollo. Tra prodotti sottopagati e calamità naturali, a cominciare dalla perdurante siccità, sono stimabili in diversi milioni di euro le perdite e i danni per allevatori e agricoltori.

Lo afferma in una nota la Coldiretti Sardegna, dove si sottolinea come "in quasi tutti i settori agricoli e zootecnici ci si ritrova spesso a produrre sotto i costi di produzione a causa di un mercato distorto che non garantisce una equa remunerazione a tutti gli attori della filiera. Che si parli di latte, riso o grano purtroppo la musica non cambia".
E l'organizzazione agricola chiede al Governo regionale di attivarsi per chiedere al ministero per le Politiche agricole la dichiarazione di stato di calamità naturale.

La Coldiretti Sardegna, nel ricordare il problema non risolto del prezzo del latte ovino "con i 50 e i 60 centesimi che riceve per ogni litro, il pastore non riesce a pagare neppure i costi di gestione dell'azienda", afferma: "A colpire ulteriormente un comparto già martoriato si stanno sommando le calamità naturali".

"L'ultimo anno è stato devastante - enumera il comunicato - incendi, trombe d'aria, gelate, grandinate, nevicate eccezionali ed in ultimo anche la siccità e ancora gelate".

Ad aprile 2017, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea, le precipitazioni si sono praticamente dimezzate in tutta Italia, inferiori del 47,4% rispetto alla media. A marzo il taglio delle precipitazioni era stato del 53%. Le precipitazioni in Italia sono risultate sotto la media lungo tutto l'inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola.

E le mancate piogge degli ultimi due mesi hanno compromesso gli erbai e i pascoli e tutte le produzioni da campo. Perdite che si allargheranno anche nei prossimi mesi.

"La situazione è davvero drammatica - sottolinea il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, l'intero settore agricolo è tartassato, oltre che dai prodotti sottopagati, da annate da incubo: il clima è impazzito. Passiamo da un estremo all'altro, con temperature sempre fuori la media: o troppo alte o troppo basse con le piogge che sono diventate un miraggio.
Le piante non possono seguire il proprio corso naturale. Le perdite sono talmente elevate che è difficile anche quantificarle e si aggiungono anche ai danni causati dagli incendi e dalla fauna selvatica incontrollata.
Per non parlare poi delle speculazioni che avvengono nel mercato da parte di chi approfitta delle calamità per sottopagare i prodotti agli agricoltori e portarli alle stelle per il consumatore finale".
E le precipitazioni degli ultimi giorni "non salveranno una stagione ormai compromessa".

"Nei primi mesi del 2017 la situazione è precipitata con situazioni meteorologiche sempre straordinarie" precisa il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba.
"Abbiamo iniziato con le gelate e le grandinate, per passare alla neve. Adesso abbiamo a che fare con una siccità spaventosa molto peggio di quella dello scorso anno. E per finire anche le gelate dei giorni scorsi con le piante ormai fiorite. Nel mondo delle campagne non è stato risparmiato proprio nessuno, molti dovranno pagarne le conseguenze anche nei prossimi anni, come i viticoltori".

"La regione non tergiversi ulteriormente nel dichiarare lo stato di calamità naturale secondo il decreto legislativo 102" afferma Battista Cualbu. "Sono necessari interventi urgenti ed immediati per attenuare, dove possibile, le ingenti perdite. Le aziende sono al collasso e non possono essere lasciate sole".