"Chiediamo che le istituzioni prendano atto che siamo di fronte ad una nuova calamità naturale". E' questo l'appello lanciato dal presidente della Cia di Grosseto Enrico Rabazzi.

La carenza di pioggia e l'assottigliamento delle riserve idriche si stanno già manifestando ora, in primavera, mettendo a dura prova molte colture che iniziano a mostrare segni di sofferenza.

L'inverno nel grossetano infatti è stato senza neve e nei primi tre mesi del 2017 la situazione dal punto di vista della mancanza di acqua continua a peggiorare, sia perché le precipitazioni sono state al di sotto della media stagionale sia per le temperature che sono state elevate, e l'ondata di freddo degli ultimi giorni, non accompagnata dalla pioggia non ha portato benefici.

Il rischio è che le falde acquifere non abbiano raggiunto i livelli ottimali e che nei prossimi mesi possa esserci una mancanza d'acqua per l'agricoltura.

"Siamo consapevoli che si tratta di un evento naturale ma poiché le conseguenze si tradurranno inevitabilmente in un onere per le aziende agricole chiediamo alla politica di iniziare a valutare nuovi strumenti per salvare quel poco reddito rimasto agli agricoltori" ha aggiunto Rabazzi.

"Come Cia Grosseto chiediamo alle istituzioni di prendere atto dell'ennesimo colpo che si sta ripercuotendo sul settore e invitiamo la politica a dichiarare lo stato di calamità".

E' quasi tutto il comparto agricolo ad essere in difficoltà, con gli effetti più gravi e preoccupanti soprattutto per la cerealicoltura, già provata dal crollo dei prezzi.

Anche l'allevamento rischia di essere danneggiato per gli effetti della siccità che stanno mettendo in crisi le colture di erba medica e la fienagione in generale.

Per la Cia di Grosseto si tratta già di una stagione compromessa anche se dovesse piovere con regolarità nei prossimi mesi. Una situazione che metterà a dura prova tutto il settore agricolo e che si tradurrà inevitabilmente in costi onerosi per gli agricoltori e per i cittadini.

"Come Cia siamo consapevoli - conclude Rabazzi - che i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida alle imprese agricole, da parte sua però la politica deve prenderne atto e, con urgenza, deve iniziare a mettere a regime progetti mirati per tutelare il già misero reddito degli agricoltori".