I nuovi imprenditori agricoli sono i giovani che sanno coniugare tradizione e innovazione tecnologica, che si impegnano per cogliere le nuove sfide alimentari e dell’ambiente,  valorizzando le produzioni di uno specifico territorio. Di questo e di molto altro si è parlato il 7 aprile 2017 nel Campus Agroalimentare Raineri-Marcora di Piacenza, nell’ambito del 3° workshop sull’agricoltura organizzato dall’istituzione scolastica con il sostegno di Bayer. Un evento, dal titolo “I nuovi agricoltori italiani. Storie di successo”, che ha visto tra i protagonisti giovani imprenditori agricoli di diverse zone d’Italia a confronto con istituzioni, aziende, esperti dell’agroalimentare italiano e il pubblico di studenti, gli agricoltori di domani.

Agricoltura sostenibile
Moderatore del workshop, Roberto Rabachino, presidente nazionale dell’Associazione stampa agroalimentare italiana, il quale ha dato rilievo alle storie di tre realtà imprenditoriali gestite da giovani. Come quella di Giovanni Maresca, fautore del rinnovamento tecnico dell’azienda agricola Maresca di Chieuti (FG), che coltiva grano, attraverso l’utilizzo di attrezzature più moderne e metodi più sostenibili per limitare i danni dei mutamenti del clima. “Investire in imprenditoria agricola – ha detto Maresca agli studenti – significa amare il territorio in cui viviamo”. Alla domanda su come poter vivere di agricoltura in un’area di montagna vessata dallo spopolamento, Maresca, che vive e lavora nel Subappennino Dauno dove l’abbandono di parte delle campagne ha contribuito al dissesto idrogeologico, ha risposto che “l’unica risorsa è la valorizzazione delle tradizioni locali agroalimentari, con la creazione di una filiera certificata e tracciata”, diversificando le produzioni e salvaguardando la salute dell’ambiente. Agricoltori, dunque, come indiscutibili custodi.

La prima azienda Bayer forward farming
Le sorelle Camilla e Selene Capurso sono la quinta generazione dell’azienda di famiglia a custodire la coltivazione della vite dell’Agricola Moranda di Nesente di Valpantena a Verona. Un’azienda vitivinicola a ciclo produttivo completo, dal vigneto al bicchiere. L’agricoltura sostenibile è alla base della loro attività, così come l’innovazione. L’azienda è stata infatti la prima in Italia ad aver aderito al progetto della Bayer ForwardFarming, “per migliorare le nostre conoscenze – hanno spiegato le due sorelle Capurso – e applicare le tecnologie più adatte alle nostre esigenze per raccogliere uve sane di qualità, senza sprechi e dispersione di prodotto”. Tramite piattaforme online possono ricevere dati utili sulle coltivazioni in tempo reale, per difenderle da malattie e insetti nocivi solo se e quando serve. Applicano l’agricoltura di precisione con “Movida” per la gestione di peronospora e oidio e trappole per la tignola con fotocamera digitale collegata allo smartphone. Ed utilizzano sistemi all’avanguardia per la distribuzione di agrofarmaci nel rispetto dell’ambiente e della salute. Il “Phytobac”, per esempio, è un sistema automatico per degradare naturalmente gli agrofarmaci presenti nelle acque di lavaggio delle macchine agricole e una capannina metereologica, sempre collegata al telefonino.
Le sorelle allevatrici che puntano sulla formazione
 
Sono sorelle anche Sara ed Elena Ferrari, giovani ed appassionate allevatrici di vacche da latte. Sono loro ad aver preso le redini dell’azienda agricola di famiglia a San Giorgio Piacentino (PC), dopo aver studiato al Campus Agroalimentare Raineri-Marcora di Piacenza e poi all’università. Sara si è laureata in Allevamento e benessere animale a Milano, Elena in Scienze e tecnologie delle produzioni animali. “La divisione dei compiti in azienda è venuta in modo naturale – ha raccontato Elena Ferrari ­– Sara si occupa di vacche da latte adulte ed è fissa in stalla, io di vitelli, ma d’estate sono sui trattori nei campi, dove coltiviamo mais ed erba medica e ciò che serve all’alimentazione degli animali. Siamo però interscambiabili, entrambe sappiamo fare un po’ di tutto in azienda. L’Università ci ha fornito gli strumenti per affrontare il lavoro in modo più consapevole”.
 

Le startup in agricoltura

Emanuele Budroni, referente del progetto Startup4life e Open innovation boot camp all’interno di Ameri Communications ha parlato agli studenti della dedizione indispensabile a trasformare una buona idea in un lavoro. “Perseveranza e applicazione fanno la differenza”,  ha sottolineato Budroni, rispondendo alla domanda di Roberto Rabachino sulla richiesta di consigli concreti per i nuovi imprenditori agricoli, e aggiungendo: "Usate il web, oggi avete possibilità enormi per raggiungere target di pubblico un tempo inaccessibili". Emanuele Budroni ha consigliato ai ragazzi di partecipare a bandi e progetti che premiano giovani talenti ed aiutano ad avviare le startup con iniziative di formazione. Un’opportunità sono gli Innovation Boot Camp @Bayer, ciclo di incontri per guidare aspiranti startupper ed imprenditori attraverso strumenti nuovi ed efficaci.
 

Le opportunità di Ismea

Roberto Milletti, responsabile unità analisi e informazione di Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare). Diversi i finanziamenti e i bandi, come il recente avviso per il primo insediamento di giovani in agricoltura, che dispone di uno stanziamento di 65 milioni di euro. Oppure la “Banca delle terre agricole” che permette a chi vuole coltivare di accedere ad un database di terreni liberi, con corsia preferenziale per i giovani. Ha spiegato Milletti: “Vantaggi anche per il ricambio generazionale. Se un giovane entra nell’azienda di famiglia, può predisporre un piano di sviluppo e di ammodernamento a tasso zero. Ismea mette a disposizione, inoltre, fideiussioni per i giovani”. La giornata si è conclusa con una dimostrazione in campo per un’agricoltura più sostenibile.