400 aziende dell’agroalimentare italiano espositrici, circa mille buyer e 10mila operatori complessivi. Questo è il bilancio più che positivo della prima edizione di Cibus Connect, una rassegna nuova del food and beverage made in Italy, che si alternerà negli anni dispari con il Cibus, posizionato negli anni pari. Il nuovo format prevede un mix di esposizione, workshop e business matching, oltre a un’ampia sezione di show cooking, in cui molte aziende hanno presentato i loro nuovi prodotti.

Nell’ambito del Cibus Connect si è tenuto, sia nella prima che nella seconda giornata, il Forum Internazionale dal titolo “Posizionamento del made in Italy nell’evoluzione internazionale dei consumi”, organizzato da Fiere di Parma e Teh-Ambrosetti. Grande apprezzamento da parte delle istituzioni al nuovo format ideato da Fiere di Parma in collaborazione con Federalimentare.

Tutti gli attori in campo devono fare la propria parte per potenziare l’export agroalimentare – ha spiegato il viceministro dell’agricoltura Andrea Olivero, intervendo all’apertura dei lavori della seconda giornata – il governo deve favorire e facilitare l’accesso ai mercati, vigilando sull’autenticità dei prodotti, gli imprenditori devono fare massa critica promuovendo insieme strategie comuni di crescita, che possano trovare un valido strumento nelle denominazioni Dop e Igp”.

A Cibus Connect le imprese vengono a illustrare cosa differenzia il sistema produttivo italiano rispetto a tutti gli altri paesi – ha sottolineato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare – ricordiamo che la produttività per ettaro della pianura padana è la più grande del mondo. L’industria alimentare ha imboccato con decisione la strada dell’innovazione e della sostenibilità, per questo le innovazioni di prodotto non devono snaturarlo”. 

Risposte positive anche dalle principali aziende dell’agroalimentare italiano, che hanno espresso soddisfazione per la buona riuscita della prima edizione della manifestazione. “Cibus Connect è stata una sorpresa positiva – ha commentato Gianpiero Calzolari, presidente di Granaroloil nostro stand ha registrato una buona presenza di buyers, sia italiani che stranieri, e abbiamo presentato i nostri prodotti congelati, indirizzati più che altro all’export”.

La dislocazione separata di stand e show cooking è molto innovativo – ha suggerito Nicola Levoni, presidente del gruppo omonimo – questo ci ha permesso di ampliare la comunicazione alla clientela”.

Progetto molto innovativo – ha affermato Francesco Mutti, ceo di Muttila manifestazione è snella e abbina l’agilità di una manifestazione che dura due giorni con un’immediatezza ed efficacia rara in termini di costi di struttura”.

E’ stata un’ottima occasione per promuovere i prodotti del territorio e un’eccellenza come la nostra” ha infine dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Tanti i convegni e i workshop dedicati al tema dell’agroalimentare, da quello organizzato dal Teh Ambrosetti sull’internazionalizzazione delle imprese a quello organizzato da Gdo Week e Mark Up sulla responsabilità di essere impresa.

Importante il tema sull’export dei salumi, toccato dal workshop organizzato da Agrifood Monitor, l’osservatorio di Nomisma e Crif, passando poi all’analisi del mercato Usa con The Progressive Grocer, fino al tema importante dell’ecommerce, discusso nel convegno organizzato dall’Ice Agenzia, dove è stata poi presentata la nuova piattaforma b2b per l’outsorcing della distribuzione. L’appuntamento è ora per la prossima edizione del Cibus, in programma a Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio 2018.