Il sistema dei finanziamenti agricoli, basati sui due pilastri del Psr e della Pac, in Toscana si sta mostrando solido.

L'andamento del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 in Toscana al momento è più che positivo con 624 milioni di euro già stanziati su una disponibilità totale di circa 962, ben 91 milioni in più rispetto al periodo di programmazione precedente.

Una disponibilità totale coperta principalmente dai finanziamenti statali e regionali e solo per il 43% dai fondi europei.

Nel primo anno e mezzo, il Psr toscano ha fatto rilevare un elevato interesse soprattutto per le misure relative all'agricoltura biologica, con oltre 2mila domande tutte finanziate, e all'insediamento dei giovani agricoltori, dove le domande finanziate sono state più di 800.

Attualmente sono aperti dieci bandi per un totale di 42 milioni a disposizione e altri 14 bandi saranno aperti entro la fine dell'anno, con una disponibilità di 94 milioni di euro.

Bandi che andranno a finanziare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, la salvaguardia della biodiversità, l'acquisto di macchinari e attrezzature nuove, l'agricoltura sociale, gli strumenti per il miglioramento della redditività e della competitività aziendale e gli interventi riguardanti gli strumenti finanziari.

L'altra realtà su cui si basa il sistema dei finanziamenti agricoli toscani è la Pac, che riguarda principalmente gli interventi diretti per il sostegno al reddito degli agricoltori e degli aiuti al mercato attraverso le Ocm, Organizzazioni comuni di mercato.

Aiuti, che tra pagamenti diretti e Ocm hanno portato in regione già più di 372 milioni di euro.

E' anche sulla base di questi dati che il governatore della Toscana, Enrico Rossi, vuole candidare la regione come regione pilota nell'Unione europea per una eventuale fase di prova della nuova politica agricola comunitaria.

"Noi sosteniamo con convinzione una programmazione della Pac in funzione dei bisogni dei territori - ha affermato Rossi - una scelta che darebbe alle regioni la possibilità di programmare in base alle reali esigenze individuate, sostenendo lo sviluppo delle piccole e medie imprese rurali, ponendo l'accento sugli incentivi in materia di cambiamenti climatici, di servizi per l'ambiente e di accesso all'innovazione e quindi di prosperità delle aree rurali".

Rossi ha anche chiesto al commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan, che l'Europa ponga tra gli elementi obbligatori per ricevere gli aiuti europei la tutela del lavoro, per evitare i fenomeni di illegalità e lavoro nero e incentivare le imprese che rispettano le regole, proteggendole dalla concorrenza sleale di chi non lo fa e sfrutta i lavoratori.

La tutela del lavoro e della qualità dei prodotti per Rossi è la chiave su cui investire per mantenere un'Europa prospera e per costruire quella del futuro, scartando il cosiddetto modello Walmart, la multinazionale Usa del commercio al dettaglio, che si basa su bassi salari, precariato e bassa qualità dei prodotti.

Rossi ha poi aggiunto che occorre uscire dall'ubriacatura della finanza, quella che due anni fa ha fatto così abbassare il prezzo del grano da rendere non più remunerativo coltivarlo.

Tra gli obbiettivi principali, secondo il presidente della regione, ci sono anche l'incentivazione delle forme di aggregazione tra gli imprenditori agricoli, la ricerca e la digitalizzazione delle aziende, aspetti sui cui la Toscana ha investito molto.

"Vogliamo lavorare insieme per raggiungere con l'Unione europea un quadro finanziario pluriennale post 2020 ambizioso e adeguato alle sfide - ha concluso Rossi - soprattutto a quella più difficile, l'internazionalizzazione, per sfidare la dimensione mondiale dei mercati anche attraverso piattaforme logistiche di livello europeo, senza le quali i produttori più piccoli sono i più penalizzati".