L'Accademia dei Georgofili inaugura il 264° anno accademico a Palazzo Vecchio di Firenze con il commissario europeo all'Agricoltura e allo sviluppo rurale, Phil Hogan, e, lungo un solco di idee libere espresse per la crescita del settore primario, ricorda uno dei grandi corrispondenti: il presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson.
Con una raccomandazione: "Sostenere il reddito degli agricoltori". Altrimenti, sempre meno saranno coloro che decidono di coltivare.
Nella relazione del presidente Giampiero Maracchi, è un omaggio all'illustre ospite il percorso delle tappe dell'Europa unita, a 60 anni dalla nascita dell'Unione europea, con i Trattati di Roma del 1957.

Oggi che, afferma nei suoi saluti il sindaco di Firenze, Dario Nardella, "si sta riscoprendo il valore del territorio, l'Accademia dei Georgofili è chiamata a sostenere la crescita dell'agricoltura e a diffondere la cultura e le innovazioni che le permetteranno di crescere".
L'obiettivo, in un mondo che vede la popolazione mondiale aumentare, è quello di produrre di più con meno.

Il presidente Maracchi, ricordando "una lunga storia comune in Europa, dai Romani a Carlo Magno, dal Rinascimento alla Rivoluzione francese", approda alla Dichiarazione di Cork 2.0, elaborata nel settembre 2016 nella città irlandese, venti anni dopo la prima dichiarazione sullo Sviluppo rurale, per opera del commissario Franz Fischler.
La relazione è frutto della riflessione dell'intero corpo accademico, "composto da 950 membri, 7 sezioni, con le commissioni e i gruppi di esperti".

La prosperità delle aree rurali
"Agricoltura e selvicoltura possono essere componenti fondamentali per risolvere le crisi attuali, dal momento che gestiscono il territorio, risorse nude localizzabili, controllano l'ambiente, mantengono un equilibrio fra aree urbane e aree rurali, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico, sono fonte di energia rinnovabile e di materie prime per l'economia circolare", esordisce Maracchi, entrando nel vivo della relazione.

La catena di valore
"L'Italia è ancora un paese rurale e forse ce ne siamo dimenticati - riflette il presidente dell'Accademia dei Georgofili -. Il 70% dei comuni ha meno di 5mila abitanti e 42 milioni di abitanti vivono in centri al di sotto dei 60mila abitanti. Tuttavia, l'Italia è sempre meno un paese agricolo".
"La filiera agroalimentare e della ristorazione valgono complessivamente 240 miliardi di euro, alle spalle, ma solo di poco, di quella industriale - prosegue Maracchi -. Le importazioni italiane in chiave agroalimentare hanno raggiunto 42 miliardi, contro 37,2 miliardi di euro dell'export".

Redditività e vitalità delle aree rurali
"Se vogliamo realizzare la prosperità delle aree rurali e aumentare la catena del valore, è inevitabile concentrarsi per sostenere il reddito degli agricoltori. Ci saranno gli agricoltori finché l'attività agricola avrà un reddito - sostiene Maracchi -. Su 100 euro di spesa, all'agricoltore vanno 0,70 euro, mentre 8 euro sono dati dai costi del packaging".

L'Italia, rileva l'Accademia dei Georgofili, ha deficit evidenti: l'energia elettrica costa il 70% in più del resto dell'Ue, il costo dei trasporti è superiore del 20%.
"La disoccupazione giovanile è al 40% - afferma Maracchi - ma sono convinto che il 15% si potrebbe impiegare in agricoltura, se si modificassero le reti, se si facesse buona formazione, se si migliorasse la viabilità".

Altro aspetto, la competitività. "Come si fa a competere con altri paesi, dove magari produrre frumento costa la metà di quanto si spende in Italia?". E ancora: "Si parla sempre di biodiversità, ma poi di fatto non si concretizza. Abbiamo 190 varietà di pomodoro, 120 varietà di cipolla, ma poi si producono le stesse varietà".

Preservare l'ambiente rurale
"Un altro controsenso italiano è che siamo il terzo importatore mondiale di pellet, mentre abbiamo 10 milioni di ettari a pascoli, 3.538 comuni di montagna, produciamo 2,5 miliardi di tonnellate di legname, la cui filiera vale 40 miliardi di euro".

Gestire le risorse naturali
"E' necessario - afferma Maracchi - porre in atto nuove tecniche che, pur garantendo le produzioni, favoriscano gli equilibri ambientali e costituiscano una risposta all'incremento di gas a effetto serra. Dal momento che l'agricoltura e la selvicoltura sono le uniche attività che, se gestite con tecniche innovative, possono costituire una risposta ai cambiamenti climatici".

Dalle fonti rinnovabili, in particolare, la potenzialità nelle aree rurali ed i 546 Terawattora, che possono provenire in particolare dalle biomasse (170 Twh), dall'eolico (250 Twh) e dai fabbricati rurali (126 Twh). "Questo permetterebbe di produrre energia e di dare un reddito aggiuntivo agli agricoltori".

Conoscenza e informazione
"Da tempo in agricoltura l'informazione è assolutamente sproporzionata all'esigenza di conoscere quanto viene fatto di nuovo nel mondo. I Georgofili, con i suoi organi di informazione, sono attivi da tempo su questo tema".

Potenziare la governance attraverso l'informazione tecnica
"I Georgofili stanno organizzando un portale dedicato al trasferimento delle conoscenze da mettere a disposizione dei tecnici agricoltori e della società stessa, alla luce del fatto che il mondo sta cambiando rapidamente e la conoscenza diviene sempre più complessa", incalza Maracchi.

Semplificare le procedure
"Il Governo non è la soluzione dei nostri problemi, è il problema - dichiara Maracchi, citando il presidente Usa Ronald Reagan -. In Italia abbiamo 200mila leggi, rispetto alle 5mila della Germania. E secondo l'Ocse il Pil potrebbe crescere del 30%, se si diminuisse il peso della democrazia. La semplificazione, inoltre, si tradurrebbe in un aumento della competitività e della redditività anche per le imprese agricole e forestali".

Migliorare le prestazioni
"Per migliorare le prestazioni è necessario partire da un'analisi su base statistica - afferma Maracchi -. Se confrontiamo il costo delle politiche degli Stati Uniti per l'agricoltura con la spesa dell'Unione europea dello stesso settore, si riscontra un tasso di efficacia molto maggiore per il modello americano. Detto altrimenti, noi spendiamo di più rispetto di Stati Uniti per l'agricoltura, ma il reddito degli agricoltori americani è cresciuto in misura superiore rispetto a quello europeo".

"Per poter delineare delle politiche agricole più efficaci e rispondenti bisogno degli agricoltori, gli studi dell'Accademia dei Georgofili e delle Accademie di agricoltura che si riuniscono nella Ueaa, l'Unione delle accademie agricole, potrebbero rappresentare una visione neutrale di valutazione delle politiche agricole stesse".

I punti focali
Il professor Maracchi traccia un elenco sintetico dei punti chiave finalizzati a rilanciare il settore primario e a garantire adeguata redditività agli agricoltori. Questa la sintesi: garantire agli agricoltori un reddito minimo di filiera, conteggiare i servizi aggiuntivi dell'agricoltura e della selvicoltura, promuovere i prodotti e le materie prime di qualità rispondenti all'evoluzione dei consumi, promuovere attività complementari come energie o materie prime no food; favorire investimenti privati e il credito, promuovere le attività del bosco, informare ed educare i consumatori e gli agricoltori.
E poi, ultima cosa relativa agli finanziamenti: "Il pubblico non ha più un euro, parliamo di investimenti privati".