La Toscana si caratterizza per una grande fragilità idrogeologica con un territorio in cui i comuni a rischio di frane ed alluvioni sono circa 280, il 98% del totale.

Ben 7 capoluoghi dei 10 presenti nella regione, Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia, addirittura il 100% dei comuni è considerato a rischio.

A sottolinearlo è la Coldiretti Toscana proprio mentre stanno arrivando a casa di tutti i cittadini proprietari di immobili i nuovi bollettini con il tributo di bonifica relativo al 2016.

In totale saranno 1,6 milioni i bollettini che arriveranno e l'80% dei cittadini soggetti al tributo pagherà meno di 50 euro.

Le cifre sono basse soprattutto per le famiglie medie, mentre pagano somme maggiori i grandi proprietari immobiliari, come enti pubblici, holding immobiliari o grandi proprietari terrieri.

L'ammontare totale del tributo 2016 è di circa 80 milioni di euro, soldi utilizzati per la cura e manutenzione di 39mila chilometri di fossi, canali e piccoli corsi d'acqua la cui gestione compete ai Consorzi di bonifica.

"La sicurezza idrogeologica del nostro territorio è un bene da salvaguardare e dal 2012, anno di approvazione della nuova legge regionale - afferma Tulio Marcelli, presidente della Coldiretti Toscana - possiamo contare su un sistema di gestione di bonifica razionale che ha nella trasparenza, nel coinvolgimento diretto dei cittadini, degli enti locali e delle imprese agricole elementi di profonda innovazione".

"Siamo entrati in un'era nuova - continua Marcelli - dove i Consorzi di bonifica sono realmente uno strumento a disposizione della collettività e della difesa del territorio".

Da quest'anno diventa interamente operativa la riforma che ha portato la Toscana ad intraprendere un percorso virtuoso di razionalizzazione degli enti che si occupano di bonifica e difesa del suolo, passando dai precedenti 13 Consorzi di bonifica e 13 comunità montane ai 6 Consorzi attuali.

"L'attività dei Consorzi di bonifica, così come sancito dalla legge di orientamento ed ammodernamento in agricoltura - afferma Antonio De Concilio, direttore della Coldiretti Toscana - può avvalersi anche del coinvolgimento delle imprese agricole".

E così le aziende divengono protagoniste negli interventi di manutenzione ordinaria, svolgendo un ruolo essenziale per piccoli lavori, ma utilissime opere come lo sfalcio e la pulitura dei fossi, coniugando la professionalità alla conoscenza dei territori ed al rapporto che lega questi a coloro che su quei territori vivono.