"Noi ci siamo perché crediamo molto nella possibilità dell'incontro tra giovani che cercano lavoro e aziende agroalimentari produttrici o aziende che trasformano i prodotti agricoli. Noi abbiamo un assillo, come regione, il lavoro per le future generazioni, e per questo siamo qui".

Queste le parole di Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, durante il convegno 'Le eccellenze agroalimentari del Lazio: prospettive ed opportunità occupazionali', che ha aperto la 18° edizione di Brain at work Roma edition, l'evento dedicato alla ricerca del lavoro e alla presentazione delle aziende, ospitato al Centro congressi Frentani il 16 e il 17 marzo 2017.

Brain at work nasce nel 2000 dall'idea e dalla capacità di un gruppo di giovani universitari che sono stati in grado di creare una vera e propria piattaforma di dialogo tra l'Università e il mondo del lavoro.

Dal 2012 Brain at work è una testata giornalistica online con oltre 40mila utenti che pubblica notizie, informazioni, miniguide ed approfondimenti per l'orientamento e la formazione professionale, organizzando poi eventi specifici in varie città di Italia.

Nell'ambito dell'evento di Roma, significative anche le testimonianze dei nuovi imprenditori, di chi ha fatto dell'agroalimentare la leva del proprio successo proponendo idee o creando aziende innovative.

Tra loro Simone Neri della Pneri srl, con Chinottissimo, la Ferrari farm società agricola srl rappresentata da Valentina Pontetti, o Trapizzino, di Stefano Callegari, prodotto che ha avuto un successo internazionale, tanto per citare alcune aziende con prodotti innovativi di successo.

"Abbiamo sentito storie di aziende di successo - ha continuato Rosati - che sono partite da un'idea, da un'intuizione, che ha messo insieme produzione di alta qualità e attenzione alla salute. Abbiamo cercato di coniugare un'idea che io chiamo cooperare per competere, cioè mettere insieme queste piccole e/o medie aziende, dove noi di Arsial possiamo essere il fattore aggregativo, e portarle in giro per il mondo facendo loro risparmiare dei costi molto alti".

"Un'altra idea - ha continuato Rosati - è quella che io chiamo l'economia della bellezza, intorno al triangolo cibo-agricoltura, turismo e cultura, perché l'Italia ha il più grande patrimonio artistico e culturale del mondo. Però abbiamo un difetto: non facciamo mai sistema, ed è ciò che vuol fare l'Arsial".

"La novità di questi anni - ha proseguito - è che l'agricoltura non è più guardata come una Cenerentola, come un lavoro di ripiego o di scarsa soddisfazione sia economica che sociale. Oggi tra i ragazzi, tra i giovani, fare agricoltura significa anche un modo molto cool, molto elegante e smart di essere nella società".

"Inoltre, oggi il cibo e l'agroindustria tirano e i ragazzi che sono qui, e sono tantissimi, hanno capito che possono trovare un impiego e non dimentichiamo mai - ha concluso Rosati - che la vera grande realizzazione, la libertà di se stessi passa attraverso il lavoro".