Le esportazioni dei prodotti agricoli e di quelli agroalimentari dal Mezzogiorno d’Italia nel 2016 contribuiscono a spingere le regioni meridionali verso la ripresa, anche se con qualche affanno:  è questo il primo elemento di valutazione che si ricava dando un rapido sguardo a quanto pubblicato il 13 marzo 2017 dall’Istat, sulle perfomance esportative del Paese in tutti i settori produttivi rispetto al 2015.

In particolare, secondo l’Istituto centrale di statistica le esportazioni dei prodotti agricoli, della silvicoltura e della pesca crescono nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, isole comprese, dello 0,1%, mentre i prodotti trasformati della ripartizione territoriale sono attestati ad un + 3%.

Ma questi primi due dati aggregati e provvisori nascondono molte luci e alcune ombre: la perdita decisa di posizioni della Puglia nell’export agricolo, e di Sardegna e Basilicata nelle vendite su estero di prodotti trasformati, pesa molto su un quadro generale che nel complesso si presenta lusinghiero.

L’export agricolo del Mezzogiorno d’Italia rappresenta nel 2016, il 28,7% dello stesso dato a livello nazionale, mentre quello di cibi e bevande è attestato al 15,5%

In Abruzzo l’export dell’agricoltura nel 2016 traguarda una crescita del 20,4%, mentre i prodotti alimentari trasformati presentano il segno più dinanzi ad un più magro 3,6%.

Altra regione che fa bene è il Molise: +135% le vendite all’estero per la sua pur piccola agricoltura e + 9,1% per i prodotti alimentari.

Il settore agricolo si mostra in salute anche in Campania, dove la crescita dell’export è del 4%. Nella regione che esporta mozzarella di bufala continua ad andar bene il comparto dei prodotti alimentari trasformati, che continua a crescere all’estero ma solo del 1,9%, nulla a confronto dei dati a doppia cifra degli scorsi anni, segno di una maturità di molti mercati bersaglio.

La Puglia registra, come detto, un crollo delle esportazioni agricole, valutato dall’Istat nel 10,1% rispetto al 2015. A pesare sicuramente la riduzione delle produzioni ortofrutticole, provocate da una serie di avversità atmosferiche estive, e sulle quali continua a pesare l’embargo dell’Ue a Mosca e la svalutazione della sterlina rispetto all’euro. La regione dell’olio di oliva extravergine si consola con la crescita del 5,8% delle vendite all’estero di prodotti alimentari trasformati.

Vero exploit della Basilicata per l’export del settore primario che va su di 14 punti, ma le aziende che producono alimenti e bevande attraversano una fase di ridefinizione dei mercati bersaglio e vedono diminuire il valore delle merci vendute all’estero del 7,3%.

La Calabria invece mette il turbo alle variazioni di entrambi i settori nell’export: se l’agricoltura mette a segno una crescita del 19,3%, all’industria di trasformazione va il merito di aver accresciuto il proprio fatturato sui mercati esteri del 9,6%.

Tra le isole maggiori brilla l’astro della Sicilia, che se nel settore agricolo mette a segno un progresso nelle esportazioni di ben il 7,3%, porta a casa anche un +8,8% nei prodotti trasformati.

In Sardegna segno più solo per l’agricoltura che accresce le esportazioni del 12,2% , mentre i prodotti trasformati lasciano sul campo ben 7 punti percentuali.