Un terzo degli agricoltori francesi è intenzionato a votare alle prossime elezioni presidenziali del 23 aprile Marine Le Pen, candidata dell’estrema destra all’Eliseo. Così pare, secondo quanto riportato da un sondaggio del quotidiano Le Monde, non certo di simpatie di destra. Il candidato del centro destra, quel François Fillon che sta attraversando una fase alquanto delicata per i finanziamenti alla moglie, relativamente ai quali non è escluso venga rinviato a giudizio, si ferma al 20%.
Identico posizionamento nelle intenzioni di voto del candidato “libero”, ma orientato verso il centro sinistra, Emmanuel Macron, già ministro di Hollande.

Macron, che secondo le ultime voci potrebbe avere buone probabilità di superare il primo turno (alla luce del fatto che potrebbe coalizzare i moderati di centrosinistra e di centrodestra, che potrebbero dal 15 marzo essere orfani di Fillon, qualora si muovesse la scure giudiziaria), ha un unico neo: non avere un partito strutturato alle spalle né un sostegno.

Segue a ruota, con il 18% del gradimento fra l’elettorato agricolo – pari all’8% del totale dei francesi aventi diritto al voto – il candidato del partito socialista, Benoît Hamon. Tutti i candidati in questi giorni hanno fatto la loro passerella al Sima, il Salone internazionale della meccanica agricola di Parigi, tranne il candidato dell’estrema sinistra, Jean-Luc Mélenchon, fermo ad appena 2% nell’indice di gradimento degli agricoltori transalpini.

Al Sima l’impressione è stata che per gli agricoltori ci fossero meno risorse da spendere e le preoccupazioni di fronte a uno scenario che ha visto circa 600 suicidi nel 2016 fra gli agricoltori – il quadruplo rispetto al 2011, come ha rilevato Le Figaro – non fossero certo scemate con la mini-ripresa del latte e della suinicoltura negli ultimi mesi.

A pesare sull’ambiente è stata anche la morte improvvisa di Xavier Beulin, presidente della Fnsea, il maggiore sindacato agricolo francese, pochi giorni prima dell’inizio del Sima. A rilanciare le proposte della Fnsea fino al prossimo 13 aprile (e forse anche oltre) ci sarà Christiane Lambert, per la prima volta nella storia del sindacato una donna, che ha rimarcato fra i 13 punti inviati ai candidati delle presidenziali i quattro più importanti: l’Iva sociale, lo status di agricoltore professionista, il cosiddetto risparmio precauzionale per far fronte alle cattive annate agrarie e il calcolo delle pensioni basato sulle 25 migliori annate.

Le posizioni dei candidati
In uno degli ultimi confronti con il mondo agricolo, i candidati alla presidenza della Repubblica Francese hanno espresso le loro posizioni. Eccole, in sintesi, rilanciate anche dal periodico La France Agricole.

Leif Blanc per Marine Le Pen (Fronte Nazionale): L’obiettivo del Fronte Nazionale è quello di raggiungere la sovranità alimentare. Abbiamo venduto i contadini per un aiuto nell’apertura del mercato, ma abbiamo dimenticato di spiegare loro l’obiettivo finale. Così abbiamo un’agricoltura a due velocità, con il 20% delle aziende virtuose, biologiche, con informazioni turistiche, e l’80% che vive una fase drammatica. Per garantire gli approvvigionamenti dei francesi, il Front National si è impegnato verso la qualità. E per la performance economica degli agricoltori, si propone di ristrutturare i settori. Il partito non si oppone alle norme, eccetto quelle che causano una distorsione della concorrenza con gli altri paesi europei. Nel mirino anche i margini di vendita al dettaglio, che, per il FN, dovrebbero essere più equamente ripartiti.

Yves Amecourt per François Fillon (Repubblicani): La priorità è dare un nuovo status all’agricoltore attivo. Se eletto, François Fillon vuole immaginare un nuovo status per l’agricoltore, che dovrebbe consentirgli di essere visto come un imprenditore e gli conceda di operare in tutte le sue attività. Bisogna ricreare la crescita e procedere verso una migliore distribuzione dei margini nel settore. Si vuole anche consentire agli agricoltori di organizzare e, di conseguenza, rivedere la legge europea sulla libera concorrenza. I Repubblicani vogliono anche dare la preferenza agli appalti locali, come proposto dalle camere di agricoltura e promuovere l’agricoltura di precisione.

Stéphane Delpeyrat per Benoît Hamon (PS): Il Partito Socialista vuole dare potere agli agricoltori e concentrarsi per promuovere l’occupazione nel settore.  Quel che è certo per Stéphane Delpeyrat è che stiamo assistendo alla fine di un ciclo. Le crisi ambientali e climatiche dimostrano la necessità di riorientare il modello agricolo. Tutti gli agricoltori devono convivere. In questi anni si è assistito a una perdita del potere di acquisto, di posti di lavoro, di indipendenza, perché tutto è stato impostato su una logica di libero scambio. Anche lo status delle cooperative dovrà essere rivisto.

Patrick Garnon per Yannick Jadot (EELV): C’è tutto da rifare per il candidato del EELV, che difende un nuovo modello agricolo. Non stiamo assistendo a una fine del ciclo, siamo già oltre! L’agricoltura deve portare verso un accumulo di attività. È essenziale inoltre rivedere i criteri della Pac, oggi basata su criteri economici che intensificano le differenze. Bisogna smettere di pensare che ci sia un unico modello e ricreare l’iniziativa locale e dare priorità al biologico.

Levard Laurent, Jean-Luc Mélenchon (La Francia ribelle): Laurent Levard deplora l’esistenza di un modello dominante in agricoltura, che continua a monopolizzare la maggior parte della terra e delle risorse agricole. L’agricoltura deve essere pagata meglio e creare posti di lavoro. Sosteniamo un diritto di prelazione sistematica, ogni volta che è possibile sostenere un progetto di insediamento, soprattutto in caso di cessione di azioni della società. Si impone una rivoluzione agricola vera e propria, che non sarà possibile se il mercato è liberalizzato.

Francois Patriat, Emmanuel Macron (Running): A mia memoria le grandi riforme agrarie sono state fatte quando governava la sinistra. Ma oggi il Dipartimento dell’Agricoltura è diventato il "ministero della crisi". È necessario disporre di un modello di aiuti uniforme. Gli agricoltori vogliono essere remunerati. Per rivedere il modello agricolo attuale e dare un nuovo significato all’agricoltura bisogna iniziare a mangiare e iniziare a discutere dell’educazione alimentare come uno dei molti modelli possibili. Per gli agricoltori in difficoltà si deve prevedere il diritto alla disoccupazione.