Conciliare l'aumento delle superfici coltivate a pomodori destinati a diventare San Marzano dell'agro sarnese e nocerino Dop con il desiderio crescente di pizzaioli e ristoratori, che intendono valorizzare il prodotto, di legare il proprio nome a quello della confezione di San Marzano che utilizzano nelle preparazioni alimentari e le crescenti esigenze di garanzia di salubrità dei prodotti espresse dai consumatori.

Serve proprio a questo il progetto "Il Mio San Marzano" di Solania, presentato il 23 febbraio 2017 alla Camera di commercio di Napoli, che nasce sotto l'egida della Coldiretti Campania e del Consorzio San Marzano Dop e che si avvarrà della collaborazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno.

I pizzaioli e i ristoratori potranno scegliere il lotto di produzione e personalizzare l'etichetta della confezione di latta con il logo del locale, la loro immagine o altro segno identificativo. L'etichetta conterrà altresì il QR Code rilasciato dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. Solania si approvvigionerà del San Marzano dalla cooperativa di agricoltori aderente alla sua rete di impresa i cui soci avranno fatto richiesta di QR Code per il prodotto coltivato, apponendo sull'etichetta della confezione di latta il loro logo, immagine o altro segno identificativo.

"Il progetto 'Il Mio San Marzano' - ha spiegato in conferenza stampa Giuseppe Napoletano, amministratore dell'azienda di trasformazione Solania e della rete di impresa Solanacea 2.0risponde alle esigenze della comunità dei pizzaioli e dei ristoratori che vogliono identificarsi in un prodotto e ne gradiscono il controllo di tutta la filiera, dalla semina alla coltivazione, dalla trasformazione fino alla distribuzione. Con la garanzia di sicurezza alimentare e controllo del QR Code Campania, sia sul prodotto trasformato che su quello coltivato".

"Il pomodoro San Marzano - ha sottolineato Vittorio Sangiorgio, vicepresidente della Coldiretti Campania - è l'esempio perfetto del modello di sviluppo che Coldiretti sta costruendo per il futuro del paese. Un prodotto che non è solo materia prima da mettere in scatola, ma essenza ed espressione di un territorio che può e deve fare di più scegliendo percorsi virtuosi. Agricoltura ed industria superano in questo caso logiche contrapposte ed iniziano a fare marketing territoriale. Un gran bell'esempio anche per i tanti giovani che stanno investendo e scommettendo sull'agroalimentare in chiave moderna e innovativa".

"Stiamo lavorando all'ampliamento della superficie coltivata - ha aggiunto Tommaso Romano, presidente del Consorzio San Marzano Dop - in quanto la richiesta è di gran lunga superiore all'attuale produzione e per migliorare la genetica e la tecnica colturale, ci stanno affiancando esperti agronomici di grande esperienza".

"Il pomodoro di San Marzano - ha concluso Antonio Limone, direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno - rappresenta uno dei simboli del cibo campano d'eccellenza e di indiscussa qualità. E' un prodotto identitario che rappresenta un intero territorio. Molto deve alla pregiatezza di un suolo vulcanico che appartiene solo alla nostra regione, una regione che vanta una biodiversità unica.
Nel pomodoro di San Marzano c'è dentro il sapore della nostra terra e per questo rappresenta, per noi campani, un alimento sul quale riporre molta attenzione anche da parte degli enti di ricerca come l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno che è preposto al controllo delle produzioni alimentari".