Le produzioni agroalimentari certificate made in Italy continuano a viaggiare a gonfie vele. E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso nel corso della presentazione del Rapporto Ismea-Qualivita di ieri, 7 febbraio 2017.
L'Italia mantiene il suo primato mondiale nel settore delle produzioni certificate Dop, Igp e Stg, con 814 prodotti dei com­parti food e wine e ben tredici nuove registrazioni nel corso del 2016.
Anche a livello globale con 69 nuovi prodotti registrati del comparto food, di cui 65 in paesi Ue e quattro in paesi extra Ue, le Indicazioni geografiche continuano a crescere e chiudono il 2016 con 2.959 Ig all'appello (23 fuori Europa).

Nel 2015 sono cresciute del +5,1% le vendite in valore dei prodotti food Dop Igp presso la grande distribu­zione nazionale, a fronte del +1,9% della categoria agroalimentare nel suo complesso.
Per il wine l'incidenza dei vini certificati presso la grande distribuzione, senza considerare gli spumanti, sfiora il 75% delle vendite in valore per un giro d'affari di 1,3 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l'impatto economico del sistema Ig a livello territoriale, l'analisi conferma una forte concentrazione, soprattutto nelle aree del Nord-Est e Nord-Ovest, con il 20% delle province italiane che copre oltre l'80% del valore economico complessivo.
Nel comparto agroalimentare, le prime tre province - Parma, Modena, Reggio nell'Emilia - confermano l'importanza della food valley emiliana, grazie al numero di filiere Dop Igp (34) che insistono nel territorio, ma soprattutto all'entità del valore economico delle produzioni maggiori, tra cui Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop e Aceto Balsamico di Modena Igp.
Nel comparto wine, è il "Sistema Prosecco" a determinare il maggiore impatto sul territorio di Treviso e Verona, seguono le province di Siena, Cuneo, Asti e Firenze.
 
Dati produttivi ed economici
L'agroalimentare certificato Dop Igp produce per 6,35 miliardi di euro, in debole flessione rispetto al dato consolidato 2014 (-1,5%), mentre al consumo registra un aumento del +1,7% che attesta il dato totale a 13,3 miliardi di euro, corrispon­dente al 10% della spesa complessiva destinata dalle famiglie italiane ai generi alimentari.
Sui mercati esteri il volume d'affari conseguito con l'export del food italiano Dop Igp, raggiunge nel 2015 i 3,1 miliardi di euro, per un +17% su base annua, più del doppio rispetto alla pur consistente crescita del +7,8% delle esportazioni complessive dell'agroalimenta­re nazionale.

Il comparto wine registra una produzione certificata di 2,84 miliardi di bottiglie e un valore alla produzione dello sfuso di 7,4 miliardi di euro (+5,8%), aspetti che, insieme all'aumento del valore all'export del +7,7%, sono sostenuti in particolare dall'ottimo trend del "Sistema Prosecco" che con un +57% sul 2014 stima un valore alla produzione dello sfuso di oltre 600 milioni di euro.

Tali risultati sono riconducibili anche alla intensa campagna promozionale in atto. Nel settore della comunicazione superano i 32 milioni di euro le risorse investite dai Consorzi di tutela del comparto food, destinate soprattutto a tv, stampa e partecipazione a fiere, in particolare nazionali. Il 67% degli investimenti è destinato alla comu­nicazione in Italia e il restante 33% verso l'estero. Circa un Consorzio su tre ha almeno un profilo sui Social network sites per un pubblico che sfiora i 2 milioni di utenti Facebook e 4 milioni di visualizzazioni su You Tube.
 
Legislazione e controlli
Nel 2016, ai tredici nuovi prodotti Dop e Igp, si aggiungono quattro richieste di registrazione da parte dell'Italia. Nel nostro paese sono inoltre state effettuate sedici modifiche a disciplinari, avanzate dieci domande di modifica a disciplinari e applicata una pro­tezione transitoria.

Il Sistema italiano conta 247 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf (137 food e 110 wine) e 247 Agenti vigilatori. Nel corso dell'anno sono stati effettuati dagli Organismi di controllo pubblici oltre 162mila controlli, di cui più di 1.500 sul web, per un valore di sequestri complessivo che supera i 36 milioni di euro.
 
Non solo vino
I vini Dop e Igp contano 523 riconoscimenti, una superficie iscritta pari a 494mila ettari e una produzione che arriva intorno al 50% del vino totale prodotto in Italia. La produzione di Dop e Igp nel 2015 è stata di oltre 23 milioni di etto­litri, per 2,84 miliardi di bottiglie (+2,4% sul 2014) e 7,4 miliardi di euro di valore alla produzione.
L'export di vini Dop e Igp ha raggiunto nel 2015 14,1 milioni di ettolitri (+4,5%) per un giro d'affari da 4,7 miliardi di euro (+7,7%) e una quota dell'87% rispetto ai 5,4 miliardi complessivi delle esportazioni italiane di vino. Le prime dieci Dop rappresentano il 53% della produzione totale a volume e il 58% a valore.
 
I formaggi sono la principale categoria delle Dop e Igp in termini di volume d'affari, con un valore alla produzione di quasi 3,6 miliardi di euro per un'incidenza del 56% sul totale del comparto food. Anche a fronte di un aumento del +2,3% della quantità certificata, la categoria registra un leggero calo rispetto al 2014 a livello di valore (-1,6% alla produ­zione, -0,1% al consumo).
La quantità esportata, pari al 34% della produzione certificata, mostra risultati che migliorano quelli già eccellenti del 2014: con oltre 1,6 miliardi di euro, l'export cresce del +5,7% e rappresenta il 51,2% del totale delle esportazioni del comparto food.
 
I prodotti a base di carne rappresentano la seconda categoria delle Dop e Igp per giro d'affari, con un valore alla produ­zione di 1,8 miliardi di euro per un'incidenza del 28,7% sul totale del comparto food. La categoria registra leggeri trend positivi rispetto al 2014 a livello di valore (+0,6% alla produzione, +1,2% al consumo) a fronte di una sostanziale stabilità come produzione certificata (-0,1%).
L'export, che copre una quota del 17,1% della produzione, mostra risultati eccellenti: con 498 milioni di euro, le esportazioni balzano del +18,9% rispetto al 2014 e rappresentano il 16% del totale delle esportazioni del comparto food.
 
Gli ortofrutticoli sono la categoria leader delle Dop Igp in termini di volume, e la terza per valore alla produzione, con 425 milioni di euro, per un'incidenza del 7% sul totale del comparto food. Il 2015 è stato un anno solo parzialmente po­sitivo per la categoria che ha registrato un lieve incremento delle produzioni certificate (+0,4% rispetto al 2014), ma una battuta d'arresto in termini di valore della produzione (-11,1%).
Le esportazioni rappresentano il 41% della produzione certificata complessiva del settore e circa il 7% dell'export del comparto food. I risultati della categoria dipendono soprattutto dai trend della Mela Alto Adige Igp e della Mela Val di Non Dop che rappresentano da sole l'83% della produzione certificata e il 73% del valore alla produzione.
 
Gli aceti balsamici mantengono un ruolo di rilievo nel mondo delle Dop e Igp italiane, con un valore della produzione di 377 milioni di euro per un'incidenza del 6% sul totale del comparto food certificato. In particolare, gli aceti balsamici registrano flessioni in termini di quantità prodotta, che quindi si è attestata a 93 milioni di litri (-4,6% rispetto al 2014), cui è corrisposto un analogo calo in valore (-4,2%).
D'altra parte sono positivi i risultati in termini di valore al consumo (+37,1%) e soprattutto per l'export, che assorbe l'80% della produzione nazionale e nel 2015, con 752 milioni di euro di fatturato, ha registrato una crescita +73,8% su base annua, arrivando ad esprimere il 24% del totale delle esportazioni del comparto food Dop e Igp, contro una quota del 16% rilevata nel 2014.
E' l'Aceto Balsamico di Modena Igp a guidare il comparto, rappresentando circa il 99% dei volumi certificati, dei valori alla produzione e dell'export.
 
Gli oli di oliva Dop e Igp italiani mostrano nel 2015 un valore alla produzione di 71 milioni di euro per un'incidenza dell'1,1% sul totale del comparto food. La numerosa e capillare presenza di riconoscimenti (42 Dop e 3 Igp) in tutte le aree a vocazione olivicola non basta a far esprimere al comparto tutta la sua potenzialità, limitando a poco più del 2% i volumi certificati rispetto al totale prodotto nazionale.
Nel 2015, comunque, la categoria ha recuperato rispetto ai risultati della difficile annata precedente, con una quantità certificata superiore alle 10mila tonnellate (+4,8% sul 2014). Nello stesso anno i prezzi degli oli Dop, soprattutto pugliesi, sono arrivati a livelli record, e questo ha fatto salire il valore alla pro­duzione a 71 milioni di euro per un +26,8% rispetto al 2014.
 
Le carni fresche sono una categoria formata da cinque denominazioni (4 Igp e 1 Dop) che raggiunge un valore alla produzione complessivo di oltre 87 milioni di euro, per un'incidenza dell'1,4% sul totale del comparto food. Rispetto al 2014, il valore complessivo di tale categoria registra una crescita del +9,0%, spiegata dal rialzo delle quotazioni all'origine, a fronte di un calo del -3,1% delle quantità certificate.
Le vendite estere di carni fresche certificate rappresentano ancora meno dell'1% del food Dop e Igp esportato, interessando tra l'altro il solo segmento ovino, ciononostante nel 2015 l'export della categoria ha registrato una crescita del +6,8% in valore e del +9,8% in quantità.
 
"Aver portato l'agroalimentare italiano al livello attuale è un grande risultato, ma anche una sfida da affrontare sforzandosi di continuare a mettere in connessione attività agricola e trasformazione" ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani.
"Nelle nuove politiche rurali ci dobbiamo interrogare su come far emergere le piccole realtà territoriali come elemento virtuoso di un sistema complessivo".
 
"I dati presentati oggi sono rassicuranti e dipingono un quadro positivo per il paese" ha commentato il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero.
"Il lavoro di Ismea è fondamentale per sviluppare politiche adeguate ad accompagnare i produttori alla crescita anche in ottica internazionale. Prodotto e territorio sono per l'Italia un binomio vincente, dove il prodotto evoca il territorio che, a sua volta, potenzia il prodotto. Tutelare i nostri prodotti non è mero protezionismo, ma tutela della qualità che contraddistingue il made in Italy certificato".
 
Al termine dell'incontro, attraverso un videomessaggio, è intervenuta l'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna Simona Caselli che ha annunciato il debutto della prima edizione di Origo, il Forum mondiale delle Indicazioni geografiche, a Parma i prossimi 11 e 12 aprile.