Ora anche i piccoli agricoltori tornano a sperare e la crescita è davvero alla portata di tutti, grazie a Safin, la rete per il finanziamento e gli investimenti a favore dell'agricoltura familiare lanciata dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e presentata nei giorni scorsi a Roma in una conferenza stampa organizzata dall'Ifad con il ministero dell'Economia e delle finanze italiano, la Brookings institution e l'Università di Warwick.

Un nuovo strumento di sostegno al credito permetterà di superare un ostacolo che per molto tempo le piccole e medie imprese delle aree rurali si sono trovate davanti, considerate da un lato troppo grandi per avere accesso al microcredito, ma allo stesso tempo troppo piccole per avere accesso a mutui da parte di banche commerciali che vedono i piccoli agricoltori e le piccole imprese agricole come investimenti rischiosi.

Secondo i dati dell'Ifad, tre quarti delle popolazioni più povere del pianeta vivono nelle zone rurali dei paesi in via di sviluppo. La maggioranza di queste popolazioni dipende dalle piccole imprese agricole, ma la mancanza di accesso ai servizi finanziari non permette loro di espandere le proprie attività e quindi di avere redditi dignitosi e di sviluppare le economie delle comunità in cui vivono.

Da qui l'iniziativa del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo con Safin, la rete per il finanziamento e gli investimenti a favore dell'agricoltura familiare, con lo scopo di colmare il vuoto di 150 miliardi di dollari di finanziamenti necessari alla crescita e al rafforzamento dei piccoli produttori agricoli dei paesi in via di sviluppo.
Safin riunirà in un'unica rete il settore privato e pubblico, quello filantropico, gli agricoltori e le imprese in modo che possano coordinare azioni e investimenti comuni volti a finanziare il mondo agricolo.

"Non servono solo più risorse, devono anche essere mirate in modo intelligente - ha spiegato Kanayo F. Nwanze, numero uno dell'Ifad -. Il risultato non sarà solo quello di migliorare le vite e la capacità di sussistenza delle popolazioni rurali, ma rappresenterà un vero e proprio miglioramento globale in termini di prosperità, benessere e sicurezza".

"L'istituzione di Safin è un passo importante - ha dichiarato Enrico Morando, viceministro dell'Economia e delle finanze -: per la prima volta, rappresentanti governativi di alto profilo, istituzioni internazionali, organizzazioni non governative, società civile e settore privato lavoreranno spalla a spalla per condividere idee e procedure per rendere risorse e servizi finanziari disponibili ai piccoli agricoltori".

"Grazie alla Safin - commenta Rupinder Singh Sodhi, amministratore delegato di Gujarat co-operative milk marketing federation in India - il problema delle piccole imprese agricole sarà reso noto al mondo intero e verranno trovate delle soluzioni".

In base alle elaborazioni di Clal sui dati delle Nazioni Unite, si prevede che fra il 2015 e il 2025 la popolazione mondiale crescerà dell'11%, rispetto al 13% del decennio precedente (2005-2015).
In particolare, il maggiore incremento in termini percentuali si avrà in Africa (+27%, proiettata verso 1.504.000.000 di abitanti), seguita dall'America Latina (+10%, verso 696 milioni di abitanti) e dall'Asia (+9%, verso 4.475.000.000 di persone).

Ad aumentare, secondo l'Onu, sarà la popolazione dei centri urbani (+19% la media mondiale), mentre nessuna crescita è prevista nelle aree rurali. Il fenomeno dell'inurbamento, in particolare, porterà l'Asia ad avere 2,561 miliardi di abitanti nelle città (+21% la crescita fra il 2015 e il 2025), l'Africa 659 milioni (+40%), l'America Latina 567 milioni (+13%), l'Europa 562 milioni (+3%), il Nord America 325 milioni (+10%).
Una crescita dunque sistematica delle città, delle metropoli e delle megalopoli.

Tra il 2015 e il 2021 il Pil mondiale crescerà del 18% a prezzo costante e a tasso di cambio costante, secondo le elaborazioni di Clal.it su dati di Intesa Sanpaolo.
In termini percentuali, l'accelerazione del Pil maggiore si avrà in India (+50%), in Cina (+42%), in Africa (+25%) e nei paesi Opec (+23%).