“L’agricoltura convive attualmente con alcuni dilemmi – ha esordito Zamagni – il primo è quello etico relativo all’obiettivo di soddisfare la domanda alimentare mondiale in forte crescita. Nel 2050 saremo nove miliardi di persone, per questo per soddisfare la futura richiesta di alimenti, l’agricoltura dovrà accrescere del 70% la propria produzione. Una sfida davvero grande. Il secondo grande tema è la questione della sostenibilità ambientale, da cui le aziende agricole non possono sottrarsi”.
“Poi c’è una grande questione legata al reddito agricolo, sempre più legato all’aleatorietà dei prezzi, governati da una finanziarizzazione spregiudicata del mercato delle commodities – ha concluso Zamagni – per questo è fondamentale perseguire una garanzia del reddito degli agricoltori, anche attraverso pagamenti che riconoscano il ruolo dell’agricoltore e i benefici che produce in termini di esternalità positive”.
“Come paese non possiamo competere sulle quantità – ha ammesso il viceministro Olivero – la nostra agricoltura deve continuare a seguire la strada della qualità. Tutto questo si deve tradurre in azioni concrete che perseguano biodiversità, imprenditorialità individuale e politiche di investimento forti. E’ necessario fare un salto qualitativo importante, con scelte puntuali sul tema dell’innovazione e sull’aggregazione. I fondi Pac e Psr devono essere spesi bene e in questa ottica, a chi innova e a chi si aggrega per essere più competitivo sui mercati”.
Questo concetto è stato poi ribadito anche da Herbert Dorfmann, europarlamentare altoatesino, esperto di politica agraria. “La situazione in Europa dal punto di vista politico e dell’integrazione è sicuramente precaria – ha ricordato – la Brexit ne è stata sicuramente uno degli apici, e ora anche con l’arrivo di Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il vento tira dalla parte dell’isolazionismo. E’ proprio per questo che dobbiamo lavorare ancora di più nel difficile processo di integrazione. L’agricoltura è sicuramente un importante capitolo della politica europea. Dalla Pac l’Italia riceve circa 7 miliardi di euro, tante risorse per pagamenti diretti e sviluppo rurale. Dobbiamo sostenere chi fa imprenditorialità, produce reddito e fa investimenti”.
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