Il clima cambia. Non riguarda altri Paesi o continenti lontani, ma ci coinvolge direttamente. Non è un problema del futuro, ma di oggi, perché il clima è già cambiato e ancor più andrà a modificarsi, specie in assenza di adeguati correttivi.
Molto si potrà fare per invertire questa tendenza di qui a fine secolo, ma intanto dobbiamo fare i conti con i cambiamenti in atto, che ci accompagneranno per lungo tempo.

Cosa fare
Gli strumenti per adattarci al nuovo clima e mitigarne gli effetti esistono. Si tratta di utilizzarli al meglio. Questo il messaggio emerso dall'incontro che si è svolto a Bologna, organizzato da Arpae (Agenzia regionale prevenzione e ambiente dell'Emilia Romagna). Emblematico il titolo, “il pane e la neve”, a evocare l'antico adagio che lo contrapponeva alla pioggia e alla fame, a significare lo stretto legame fra clima e agricoltura.

Numerosi i relatori che vi hanno preso parte: Giuseppe Bortone (direttore generale Arpae), Carlo Cacciamani (direttore Arpae Simc), Lucio Botarelli (Arpae Simc), Gabriele Antolini (Arpae Simc), Rodica Tomozeiu (Arpae Simc), Vittorio Marletto (Arpae Simc), Patrizia Bianconi (Regione Emilia Romagna), Mario Montanari (Regione Emilia Romagna)

La variabile ambientale, lo ha sottolineato nel suo intervento di chiusura Simona Caselli, assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, è un elemento chiave nelle attività agricole e il mondo agricolo ne è consapevole. Non solo, è anche disponibile a mettersi in gioco e fare la sua parte nel mitigare gli effetti dei cambiamenti in atto. Lo ha dimostrato con la partecipazione degli agricoltori al progetto Climate ChangE-R, appena concluso, i cui risultati non si fermano alla riduzione delle immissioni di CO2, ma proseguono con i suggerimenti scaturiti dalle esperienze di campo.

Colture più efficienti, migliore utilizzo delle risorse idriche, minore impiego di fertilizzanti ne sono la testimonianza. Su questa strada, ha confermato Simona Caselli, la Regione intende proseguire senza sacrificare produttività e rese, ma utilizzando al meglio quanto abbiamo a disposizione. Il lavoro di analisi e previsione degli andamenti climatici realizzato da Arpae è fra le risorse disponibili a questo scopo.
 
Sala convegni gremita per l'incontro “Pane e neve”, che si è tenuto a Bologna il 30 gennaio 2017

Gli strumenti
Fra gli strumenti dei quali si dispone in tema di clima, essenziali sono i dati raccolti e messi a disposizione da Arpae. E' dal 1980 che le sue centraline, divenute oggi 900 per coprire capillarmente il territorio regionale, raccolgono dati su temperature e precipitazioni.
"Numeri" poi elaborati per monitorare la situazione, verificare i cambiamenti in atto e formulare strategie per il futuro. Fondamentale è allora la qualità dei dati raccolti e su questo piano tutti concordano sulla eccellenza del lavoro svolto in Emilia Romagna e più in generale in Italia. Unici punti deboli si riscontrano semmai nello scarso coordinamento fra le diverse realtà italiane, ma questo è un altro problema.

Fa più caldo
La serie storica dei dati climatici raccolta dal 1961 al 2015 è stata raccolta nella seconda edizione dell'Atlante Climatico dell'Emilia Romagna (la prima edizione si fermava al 2010) e le conclusioni alle quali si giunge sono preoccupanti.
Nei trenta anni compresi fra il 1961 e il 1990, la temperatura media dell'Emilia Romagna era di 11,7 gradi. Nei 25 anni seguenti, dal 1991 al 2015, la media è salita a 12,8 gradi, 1,1 gradi in più.

Costante invece l'andamento medio delle precipitazioni, ma è cambiato e in maniera sensibile il loro verificarsi.
Sempre più frequenti gli eventi estremi, con precipitazioni abbondanti e concentrate in brevi periodi, che si alternano a periodi siccitosi (uno è quello che si sta vivendo in queste settimane).
Analogo il comportamento delle temperature che in particolare nel periodo estivo fanno registrare picchi estremi con sempre maggiore frequenza.

Evoluzione delle temperature massime
(da Atlante climatico dell'Emilia-Romagna, a cura di G. Antolini, V. Pavan, R. Tomozeiu, V. Marletto)

Il cambiamento è in atto
Non si tratta di una tendenza, ma di cambiamenti già in atto, con i quali occorre misurarsi. Fra le conseguenze più evidenti, le maggiori esigenze irrigue delle coltivazioni.
Per gestire questi cambiamenti, un problema che riguarda da vicino i Consorzi di bonifica, è necessario disporre di dati previsionali tempestivi e accurati.
L'interpolazione fra la mappa delle coltivazioni e l'andamento climatico consente di effettuare queste previsioni, che Arpae mette a disposizione anche attraverso Internet.

Conoscere il tempo
Conoscere in anticipo il verificarsi di un evento meteorologico importante, o addirittura estremo, è poi indispensabile per mitigarne gli effetti. Gli strumenti ci sono, come dimostra il lavoro di Arpae le cui previsioni sono di supporto ai modelli di difesa integrata e di irrigazione.
Molti altri campi si potrebbero citare, come la programmazione delle lavorazioni di raccolta e fienagione o la gestione delle risorse irrigue. Oppure la zonazione e la vocazionalità, per individuare le diverse attitudini dei terreni in base al clima. Non meno importanti gli strumenti per valutare gli interventi di fertilizzazione o di utilizzo dei reflui zootecnici. Informazioni accessibili a tutti, non resta che farne tesoro.