E' nato il Consorzio di tutela e valorizzazione della Lenticchia di Altamura Igp a seguito del riconoscimento della denominazione Lenticchia di Altamura da parte del ministero delle Politiche agricole, stabilita il 24 novembre 2016 con Decreto ministeriale 87742. L'obiettivo per il 2017 è l'ottenimento del riconoscimento dalla Commissione Ue.

Il 27 gennaio 2017, ben quaranta agricoltori pugliesi e lucani hanno ufficialmente costituito il Consorzio e nominato il Consiglio di amministrazione formato da quattro agricoltori ed un confezionatore.
Per la categoria degli agricoltori sono stati incaricati Antonio Nisi di Palazzo San Gervasio (presidente), Paolo Direnzo di Altamura (vicepresidente eletto dai consiglieri agricoltori), Antonio De Marinis di Spinazzola (vicepresidente eletto dal consigliere confezionatore) e Antonio Leone di Irsina. Per la categoria dei confezionatori è stato incaricato Nicola Colonna di Altamura dell'azienda di Terre di Altamura srl.

Nello statuto è stato indicato che nel Consiglio di amministrazione possono essere invitati membri rappresentanti di enti istituzionali di particolare rilievo: comuni, province, regioni, camere di commercio, ente parco.
"Questo modus operandi - sottolinea il neo eletto presidente Nisi - è fondamentale per un confronto costruttivo e di crescita per un prodotto che sta assumendo un ruolo di primo piano nel mercato nazionale e per un territorio a cavallo tra le due regioni, nei diciannove comuni individuati nel disciplinare di produzione che, in questa stagione agraria vede circa 10mila ettari investiti a questa coltura".

Il logo individua con diciannove lenticchie gli altrettanti comuni interessati: Altamura, Ruvo di Puglia, Corato, Minervino Murge, Andria, Spinazzola, Poggiorsini, Gravina in Puglia, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza, Tolve.
La Lenticchia di Altamura è coltivata esclusivamente nel territorio dell'Alta Murgia barese e nella Fossa Pre-murgiana, tra Puglia e Basilicata.

"Oggi la Lenticchia di Altamura vive la sua rinascita, dopo un lungo periodo di oblio, per la necessità di effettuare le rotazioni colturali dei campi" è scritto sul sito web dell'Associazione per la Lenticchia di Altamura Igp, da cui è nato il Consorzio.

"E la possibilità di raccogliere il prodotto in maniera meccanizzata e di produrre reddito facilita l'utilizzo di una coltura di copertura che fissa azoto nel terreno a vantaggio di quella dell'anno successivo: il grano duro, con buone possibilità di migliorare il Pane di Altamura Dop" si fa ancora notare.
 
Per la Lenticchia di Altamura nel 2007 era stata ottenuta l'iscrizione nell'elenco nazionale dei Prodotti agroalimentari tradizionali, e nel 2013 è stato depositato il Marchio collettivo a tutela del consumatore sulla qualità, le tecniche e il luogo di produzione.

L'Istituto del germoplasma (Cnr di Bari) da poche decine di semi appartenenti a differenti ecotipi, e grazie al forte impegno di alcuni agricoltori, nel giro di qualche anno è riuscito a recuperare i quantitativi necessari a rilanciare la coltura.
 
"Con ben nove areali di riferimento sui diciannove individuati nel disciplinare di produzione in un territorio a cavallo con la Puglia (Murgia Barese e Materana) e con migliaia di ettari investiti in questa coltura (nei comuni di Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza, Tolve), è forte il coinvolgimento territoriale della Basilicata". Dichiara l'assessore alle Politiche agricole e forestali della Basilicata Luca Braia
 
"La Lenticchia di Altamura - prosegue l'assessore Luca Braia - ha ottenuto solo due mesi fa il riconoscimento di denominazione Igp dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali a conclusione dell'iter tecnico di accompagnamento seguito dal dirigente Ermanno Pennacchio dall'Ufficio zootecnia, zoosanità e valorizzazione delle produzioni regionali.
Si è appena costituito il Consorzio di tutela e valorizzazione che raggruppa circa quaranta agricoltori pugliesi e lucani ed è per noi motivo di orgoglio aggiungerla tra le produzioni di qualità della Basilicata, in attesa della registrazione definitiva del marchio comunitario da parte dell'Ue".