Le forti scosse di questi giorni e le pessime condizioni meteorologiche stanno rendendo ancora più critica la situazione in tutti i territori già colpiti dal sisma di agosto e di ottobre.
Le abbondanti precipitazioni di pioggia e di neve, le basse temperature e il continuare delle scosse hanno aumentato le difficoltà operative, economiche e psicologiche della popolazione e dei soccorritori.

Tra chi risente maggiormente della gravità della situazione ci sono gli allevatori, che in alcune località sono gli unici abitanti rimasti sul territorio per accudire i propri animali, spesso in condizioni molto precarie.

Secondo Coldiretti sono circa tremila le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree colpite dal terremoto dove si contano casi di isolamento, nuovi crolli, decine di mucche e pecore morte e ferite, difficoltà per garantire l'alimentazione degli animali.

E' di oggi - 20 gennaio 2017 - la notizia che la Coldiretti ha avviato le operazioni di evacuazione delle stalle crollate o lesionate: gli animali sfollati verranno trasferiti in strutture più sicure, grazie alla collaborazione con l'Associazione italiana allevatori, per fermare la strage che ha decimato mandrie e greggi.
"Operazioni faticose rese possibili da una estesa rete di solidarietà degli allevatori italiani - spiega la Coldiretti in una nota- anche grazie alla collaborazione dell’esercito e della protezione civile". 

Nel Lazio, oltre al crollo del campanile della chiesa di Sant'Agostino ad Amatrice avvenuto con l'ultima scossa, la neve ha comportato l'isolamento di alcune frazioni, e la regione e l'Arsial – Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura – garantiranno la fornitura straordinaria di foraggi per il bestiame delle zone colpite, allestendo diversi punti di distribuzione sul territorio per far fronte alle difficoltà di spostamento.

Ma le difficoltà di spostamento rendono difficile il raggiungimento degli allevamenti anche per la mungitura e per la consegna del latte che spesso deve essere buttato, mettendo in difficoltà anche il settore caseario.

Nelle Marche, anche se non ci sono stati danni rilevanti, le scosse di terremoto hanno messo a dura prova la popolazione e molti sindaci hanno riaperto centri di accoglienza per le persone che hanno paura di dormire in casa. Il presidente della regione Luca Crescioli ha parlato di situazione catastrofica per l'entità della nevicata che ha raggiunto anche i due metri di altezza, bloccando le comunicazioni e in alcuni casi anche la fornitura di acqua e corrente elettrica.

E se da una parte c'è sollievo per il ritrovamento dei 15 allevatori dati per dispersi in questi giorni ad Arquata del Tronto, la situazione per il settore zootecnico rimane preoccupante.

Solo nelle Marche ci sono seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari, secondo le stime di Coldiretti, perchè appena il 15% delle strutture di protezione degli animali sono state completate, con mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, o nelle strutture pericolanti con il rischio di ammalarsi e morire.

Ma anche le tensostrutture che servono da stalle provvisorie sono appesantite dalla neve con elevato rischio di crolli.

Anche in Umbria le ultime scosse sismiche e il maltempo non hanno causato danni alle persone, peggiorando però le condizioni della popolazione e dei soccorritori, soprattutto per quanto riguarda il blocco della viabilità. E anche qui è critica la situazione di agricoltori e allevatori rimasti sul territorio.

Infatti, mentre sono arrivate le strutture di emergenza per gli tutti agricoltori coinvolti nel terremoto di agosto, non sono ancora state consegnate tutte le unità abitative e le stalle provvisorie per le aziende colpite dal sisma di ottobre.

La situazione più grave è quella dell'Abruzzo, con ampie zone sprovviste di energia elettrica e strade bloccate per la neve, Teramo colpita dagli eventi sismici di questi giorni, Pescara alluvionata dal suo fiume e i morti dell'Hotel Rigopiano.

Grave in Abruzzo è anche la situazione agricola, soprattutto a causa del maltempo, come rileva la Coldiretti regionale. Se da un lato il freddo di questi giorni ha provocato danni ingenti alle produzioni di ortaggi, le nevicate di questi giorni hanno ostacolato seriamente il sistema dei trasporti, ritardando o impedendo le consegne delle derrate già ridotte dal gelo.

I problemi di viabilità danneggiano anche le aziende zootecniche per la difficoltà o l'impossibilità del ritiro del latte, mentre la mancanza di energia elettrica ha comportato seri problemi per la mungitura, rendendo inutilizzabili gli impianti meccanici.

Garantire la viabilità e le fornitura di energia elettrica sono quindi le priorità per venire incontro alle necessità dei cittadini e degli agricoltori. Stanno arrivando i mezzi dell'Anas, della Protezione civile e dell'esercito per cercare di ripristinare le comunicazioni.

E anche gli agricoltori, nonostante siano i più colpiti, fanno la loro parte, in Abruzzo come nelle altre zone colpite, contribuendo alla rimozione delle neve con i trattori e i mezzi aziendali.

"Una corsa contro il tempo - commenta la Coldiretti in una nota - con la mobilitazione dei trattori per liberare le strade da neve e ghiaccio e raggiungere le stalle isolate da giorni dove occorre garantire l’operatività degli impianti di mungitura e abbeveraggio ma anche la consegna dei mangimi fino ad arrivare al trasferimento degli animali su mezzi idonei ed alla loro sistemazione in nuovi ricoveri".
 
Allevatori al lavoro per salvare una vacca dopo il crollo della stalla in cui era ospitata
(Fonte: @ Coldiretti)

Per la Cia - Confederazione italiana degli agricoltori, gli ultimi eventi sismici e meteorologici portano ad una perdita di circa 100 milioni di euro a settimana, tra danni alle colture e riduzione delle produzioni animali dovute allo stress e alla morte dei capi di bestiame.

Coldiretti e Cia, ma anche altre realtà associative non sindacali come Inseme per la terra, denunciano i ritardi inaccettabili e insostenibili di mesi nella realizzazione di strutture provvisorie, spesso dovute ad inefficienze solamente burocratiche, che ora stanno mettendo a rischio la vita di migliaia di animali e la sopravvivenza di centinaia di aziende.

Vogliamo ricordare anche il conto corrente di solidarietà di Coldiretti e di Confagricoltura, che insieme alle innumerevoli iniziative di solidarietà cercano di dare un contributo per la gravissima situazione dell'agricoltura delle zone terremotate.

Una situazione ora più che mai insostenibile da ogni punto di vista.