L'interesse verso l'AgTech e il FoodTech è in crescita in tutto il globo.
Dietro questi neologismi si nasconde un universo che va dai servizi per l'agricoltura di precisione alle app per farsi mandare a casa un piatto del ristorante. Gli investitori internazionali sono fortemente interessati al mondo dell'innovazione che ruota attorno al cibo, da come questo viene prodotto a come viene consumato. Lo scorso anno 4,6 miliardi di dollari sono stati investiti nel settore e dopo un rallentamento nel 2016, per quest'anno prossimo si prevedono numeri da capogiro.

Tanti soldi, investiti anche in paesi tecnologicamente arretrati. Nella prima metà del 2016 bigbasket.com, società indiana attiva nell'e-commerce agroalimentare, ha raccolto 150 milioni di dollari dagli investitori. Ben 117 ne ha presi Benlai Life e 46 Taoshihui, entrambe start up cinesi che operano nell'e-commerce. Al quarto posto con 41 milioni di dollari c'è Farmers Edge, società canadese che sviluppa sistemi per l'agricoltura di precisione. Scorrendo la classifica l'e-commerce la fa da padrone, ma sono tante anche le società attive in agricoltura: Delair-Tech (Francia), Frichti (Francia), Resson (Canada), SemiosBio Technologies (Canada), Voltea (Olanda), Inocucor Technologies (Canada).

L'agricoltura di precisione è in crescita vertiginosa. Nel 2015 ha attratto investimenti per 661 milioni di dollari con un incremento del 140% rispetto all'anno precedente. L'obiettivo è produrre di più con meno, dando alle piante ció di cui hanno bisogno quando lo richiedono. Si parla di droni e sensori per monitorare i campi, attrezzature Isobus compatibili, satelliti, software di supporto alla gestione aziendale e tanto altro ancora. Anche il governo italiano sta puntando sul precision farming con un piano ad hoc di prossimo lancio.

Un altro trend riguarda la genetica. Nei laboratori statunitensi hanno messo a punto tecnologie rivoluzionarie come il Crispr, che permette di modificare i geni di una pianta in maniera chirurgica, introducendo nel patrimonio genetico di una varietà singole caratteristiche con una precisione mai vista prima. Si tratta di una svolta, tanto che la rivista Wired ha titolato 'La fine della vita come la conosciamo'.

L'e-commerce agroalimentare rimane il settore che attrae i maggiori investimenti, ma questo rappresenta una opportunità enorme anche per gli agricoltori e il made in Italy. In Cina, ad esempio, la classe media è spaventata dai continui scandali alimentari e guarda all'Europa per i suoi standard elevati. Per chi coltiva o lavora materie prime lo sbocco verso Oriente può rappresentare una opportunità sorprendente.

"La popolazione mondiale è in crescita mentre la terra coltivabile rimane sempre la stessa", ha dichiarato Roger Royse, che sponsorizza l'annuale summit del settore nella Silicon Valley. "Abbiamo bisogno di un modo più economico ed efficiente di produrre il cibo. L'AgTech continuerà ad attrarre soldi, anche se altri settori si contrarranno".

Attualmente ci sono 13 fondi di investimento che si dedicano solo a far crescere società attive nell'AgTech e nel FoodTech. Ma anche i giganti del settore hanno le antenne alzate. Player del calibro di Bayer, Monsanto e Syngenta investono miliardi in ricerca e sviluppo al loro interno, ma guardano anche con attenzione alle start up innovative, pronti ad acquisire idee e tecnologie rivoluzionarie.

Per capire quanto il settore sia in fermento basti pensare che anche le star investono i patrimoni personali. Qualche esempio? Bono degli U2 ha investito in Nuritas, società irlandese attiva nel biotech. Bill Gates in Beyond Meat e Impossible Food, aziende che producono proteine non animali. Arielle Zuckerberg, sorella del più famoso Mark, in Tiny Farms. Ma i nomi sono moltissimi, dallo sport alla musica, passando dallo spettacolo. Demi Moore, Kevin Quinn, Ashton Kutcher, Beyonce, 50Cent, Leonardo Di Caprio, Snoop Dogg e molti altri.

E in Italia? "Anche il nostro Paese è in fermento e nuove imprese nascono ogni giorno", spiega ad AgroNotizie Sara Roversi, cofondatrice di You Can Group, una società attiva nello sviluppo di format innovativi nel campo del Food. "Si sta investendo molto nell'agricoltura di precisione, nei big data e nella sensoristica in campo. Si sta facendo molto anche nella riduzione dello spreco di cibo, sono nate diverse iniziative interessanti con ristoranti che usano principalmente alimenti destinati allo scarto. Un altro filone molto promettente è quello che riguarda la tracciabilità e la personalized nutrition".

Ad inizio anno Sara Roversi ha fondato a Bologna un Food+Tech Meetup, una community che fa parte di una rete internazionale legata al sito Food+Tech Connect, una piattaforma online nata nel 2010 che vuole "connettere, inspirare, informare e accelerare il movimento positivo intorno alla food innovation", si legge sul sito.

"Il Food+Tech Meetup è un momento di contaminazione. Lo scopo è fare incontrare le persone interessate al mondo dell'innovazione nell'ambito del cibo e dell'agricoltura", spiega Roversi. "E' un settore che sta cambiando a velocità impressionante e questo è un modo per attivare la community, per venire a contatto con idee nuove e fare parte di un network internazionale spontaneo".

Nel mondo dell'innovazione la parola d'ordine è fare networking: conoscere altre persone che operano nello stesso settore per sviluppare idee nuove e trovare partner. Ma gli italiani sono aperti all'innovazione o sono un popolo tradizionalista? "La voglia di innovare è forte e ai nostri eventi partecipa un pubblico eterogeneo: dagli startupper ai giornalisti, dai rappresentanti di aziende ai semplici appassionati. Certo l'approccio a questi eventi è diverso rispetto agli Usa: in Italia siamo meno predisposti al networking. Per un americano è normale attaccarsi al petto un etichetta con il nome e andare a parlare con degli sconosciuti".

Oltre a You Can Group Sara Roversi e il marito, Andrea Magelli, hanno lanciato il Future Food Institute, una no-profit attiva nel supporto alla ricerca e all'educazione. E proprio a fine dicembre è stata presentata a Bologna la Food Innovation Global Mission, che fa parte del master di secondo livello Food Innovation Program, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia e partner internazionali. Un giro del mondo in sessanta giorni in cui gli studenti del master andranno a scoprire i food hub della food innovation in tutto il mondo.

Per chi vuole fare innovazione nel mondo AgTech e FoodTech non c'è momento migliore dunque. L'Italia ha dalla sua parte una lunga tradizione in ambito agricolo e alimentare e una rete di incubatori e acceleratori, legati a università, enti pubblici e privati, che hanno come scopo quello di far crescere e lanciare sul mercato le start up. Da due anni inoltre si tiene a Milano un evento unico nel suo genere: Seeds&Chips raccoglie sotto un unico tetto startupper provenienti da tutto il mondo e organizza conferenze sul mondo del cibo e dell'agricoltura del futuro.