Alla soglia dei 90 anni il professor Franco Scaramuzzi, presidente onorario dell’Accademia dei Georgofili, della quale è stato presidente per 28 anni (1986-2014), è ancora un osservatore attento, lucido e libero di quanto avviene nella società e nell’agricoltura. Al rigore scientifico e alla curiosità, che sono i pilastri sui quali dovrebbe sempre poggiare la ricerca libera e finalizzata alla crescita, il professor Scaramuzzi ha unito i tratti dell’etica, della rettitudine morale, del rispetto, dell’ironia, elementi essenziali per definire un uomo e uno scienziato straordinario.
Motivi per i quali ieri ho scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere che sia presa in esame la sua nomina a senatore a vita della Repubblica Italiana. Sono convinto che lo meriti.
La lettera, che riportiamo qui sotto, può essere copiata e incollata e inviata anche online al Capo dello Stato.  
Chiunque di voi può copiare il testo e unirsi alla richiesta. Per il bene dell’agricoltura e della società, che ha molto bisogno di persone come il professor Franco Scaramuzzi.
Matteo Bernardelli
 
Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica,
scriviamo a Ella affinché prenda in esame la richiesta di nominare Senatore a vita il Professor Franco Scaramuzzi, presidente onorario dell’Accademia dei Georgofili, la più antica Accademia di Agricoltura al mondo (fondata nel 1753), che ebbe un ruolo determinante nel processo dell’Unità d’Italia.
Siamo certi che si sia meritato, in una lunga, proficua e proattiva carriera dedicata alla crescita dell’agricoltura, un riconoscimento che – ai sensi dell’articolo 59 della Costituzione – spetta a chi ha dato lustro all’Italia per gli “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. E siamo più che sicuri che, nel ruolo di Senatore a vita, non mancherà di indirizzare il proprio impegno per il bene dell’Italia.
Avanziamo con il dovuto ossequio la richiesta di nomina alla vigilia del novantesimo compleanno del professor Scaramuzzi, che cadrà il 26 dicembre prossimo.
Non ci perderemo a illustrare le molte attività e la lucida attenzione attraverso cui ha illustrato la Patria e ha soprattutto difeso l’agricoltura, richiamando l’attenzione al settore con costanza, con lungimiranza, con la consapevolezza che è davvero il settore primario perché ci dà da mangiare e contribuisce – attraverso il made in Italy così celebrato, apprezzato e, purtroppo, anche imitato – a rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo.
Inoltre, Scaramuzzi è stato uno dei protagonisti più vitali e generosi della vita della città e dell’Ateneo di Firenze, che durante il suo Rettorato ha progredito con un avanzamento senza pari in chiave culturale, scientifica, infrastrutturale.
Il professor Franco Scaramuzzi, ancora oggi lucido osservatore del settore agricolo, delle Istituzioni che se ne occupano e degli attori che gravitano intorno a un mondo in evoluzione, ai molti meriti accademici aggiunge nondimeno i tratti dell’etica, del rispetto, della tenacia nel perseguire i più alti valori dell’onestà e della scienza.
Basti un esempio su tutti, Signor Presidente, che ci riporta al 27 maggio 1993, giorno triste per l’Italia, per Firenze e per l’Accademia dei Georgofili, colpita dall’attacco dinamitardo in cui, oltre ai numerosi feriti, morirono cinque persone, impossibili da dimenticare: i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, le figlie Nadia e Caterina Nencioni, lo studente Dario Capolicchio.
Ebbene, non si dimentichi chi – per primo – contribuì alla ricostruzione dopo l’attentato, spendendosi in prima persona, vigilando sulla ricostruzione della Torre dei Pulci in meno e di tre anni e dando così la più cristallina risposta alla mafia, di granitica fermezza e di fiducia nel domani: il professor Franco Scaramuzzi.
Con i sensi della più alta stima
(Firma)