E’ stato siglato il nuovo contratto di coltivazione del grano duro dal Gruppo Barilla, con gli agricoltori italiani per le campagne agrarie del triennio 2017-2019. Con l'accordo, presentato lunedì 19 dicembre a Bologna nella sede della Regione Emilia Romagna, l’azienda di Parma si è impegnata ad acquistare nei prossimi tre anni ben 900mila tonnellate di grano duro italiano.

L’accordo garantirà alle imprese agricole di accedere ai finanziamenti del Mipaaf, per un importo stanziato di ben 10 milioni di euro, con una garanzia di redditività maggiore, ottenendo in media un +25% superiore ai contratti standard, grazie anche ad incentivi legati a una produzione di qualità. I nuovi contratti di coltivazione rappresentano il 40% del grano duro acquistato in Italia dal gruppo Barilla, che prevede un investimento totale di 240 milioni di euro, con 50 fornitori e 5mila aziende agricole coinvolte.

Questo accordo dimostra che c’è un modo virtuoso di sostenere l’agricoltura nazionale della filiera grano e pasta – sottolinea Luca Virginio, responsabile comunicazione di Barilla – attraverso questi contratti di coltivazione riusciremo finalmente ad aumentare la produzione di grano duro italiano di qualità e a remunerare adeguatamente gli agricoltori, che potranno anche programmare al meglio lo sviluppo di mezzi e risorse. Allo stesso tempo avremo una riduzione dell’impatto ambientale grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile”.

L’accordo è stato firmato anche dalla Società Produttori Sementi, Op Grandi colture italiane, Op cereali, Consorzio agrario Terre Padane, Consorzio Agrario di Parma, Consorzio Agrario dell’Emilia, Consorzio Agrario Adriatico.

Quest’anno rafforziamo il nostro impegno facendo sistema con il Ministero – spiega l’assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli Una parte dei nostri produttori sono stati messi al riparo dagli effetti più pesanti della caduta delle quotazioni, che ha caratterizzato la campagna 2015-2016, proprio grazie a questo accordo. Come Emilia Romagna siamo stati i primi a sostenere la realizzazione di questi contratti, per migliorare la programmazione e contrastare un mercato governato dalla logica delle commodities, salvaguardando un prodotto molto competitivo sul fronte della qualità, ma soggetto a forti oscillazioni di prezzo”.