Sono entrati in vigore il 4 dicembre 2016 i nuovi parametri per gli acidi grassi negli oli d'oliva.

Con la pubblicazione del Regolamento delegato (UE) 2016/2095 del 26 settembre 2016 sulla Gazzetta ufficiale delle comunità europee L 326 del 1°dicembre 2016, si conclude con successo un percorso normativo resosi necessario per evitare che molto olio extravergine di oliva del Sud Italia, in particolare calabrese e pugliese, finisse fuori mercato, a causa di un'altra recente modifica del Regolamento (CEE) n. 2568/91, relativo alle caratteristiche degli oli d'oliva e degli oli di sansa d'oliva, che non rispecchiava però le indicazioni più recenti dello stesso International Olive Council in tema di acidi grassi.
 
Grazie a questa modifica ora i nuovi limiti sono fissati rispettivamente a 0,40% per l'acido eptadecanoico, a 0,60% per l'acido eptadecenoico, e a 0,50% per l'acido eicosenoico. Questo consentirà ad oli di qualità, quali quelli derivanti dalle varietà Carolea, prevalente in ampie zona olivetate della Calabria, e Coratina, fortemente presente in Puglia, di poter soddisfare i requisiti previsti a livello comunitario.
 
L'innalzamento dei limiti era stato chiesto da Agrinsieme al ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, per far fronte alle difficoltà riscontrate da moltissimi produttori olivicoli che non riuscivano a commercializzare il proprio prodotto come extravergine per una differenza di pochi decimali, pur in possesso di tutti i requisiti di qualità e purezza.
 
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative del settore agroalimentare plaude l’obiettivo raggiunto e in una nota per la stampa scrive che si tratta di "un risultato atteso dagli olivicoltori, soprattutto di alcune aree del Mezzogiorno, ancora più necessario visto il momento difficile che sta attraversando il settore”.