L’incursione artica che ha caratterizzato l’ultima parte della stagione autunnale abbandonerà presto la Penisola. L'inverno inizierà sotto la protezione anticiclonica, anche se non si avranno aumenti termici sensibili, tant’è che le temperature si manterranno entro le medie. Poche novità anche per il medio-lungo termine, con un ponte dell’Immacolata contraddistinto da cieli prevalentemente sereni e tante nebbie su pianure e valli del Nord.

Il punto della situazione
Gli effetti dell’avvezione di aria artica sulla penisola italiana non sono mancati. La settimana in corso ha introdotto un intenso e costante calo termico sulle regioni settentrionali e le temperature, in particolare durante le ore notturne, lo testimoniano ampiamente. 

Sebbene non si siano toccati valori particolarmente estremi, si è scesi in maniera molto diffusa sotto i -15°C sui principali settori montani; mediamente, a causa del tipo di avvezione, sono stati i rilievi del Triveneto a risentire maggiormente del calo termico.

Alla stazione di rilevamento posta sul Monte Bianco spetta il record del freddo con un - 20.5°C, ma le temperature più basse si sono comunque osservate sulle vette altoatesine di spartiacque (sino a -16°C a Curon Venosta, sul Monte Elmo in alta Pusteria e sulla Vetta della Marmolada con un -17,6°C) e soprattutto al confine con la Slovenia, sul Canin (2260 m di quota) con -15,6°C e sulla stazione di Kredarica (2515 m) con -18,5°C,  posta sul territorio fisico italiano nel massiccio del Triglav.
Sono temperature di tutto rispetto, fortemente acuite dal windchill (raffreddamento da vento) che in queste ore, stante le intense correnti settentrionali, è significativo su tutti i rilievi - e non solo - del Paese.

Nelle ore notturne il freddo ha raggiunto anche il centro. Il fronte associato all’avvezione artico-polare ha apportato precipitazioni irregolarmente distribuite, spesso a carattere nevoso sino a quote collinari sul Piceno e fino ai litorali abruzzesi. A San Benedetto del Tronto è caduta acqua mista a neve è caduta.

Stante la tipologia della massa d’aria coinvolta e come previsto la settimana scorsa, le nevicate non sono risultate consistenti - non oltre i 10 cm - anche se localmente l’azione eolica ha causato qualche cumulo oltre il limite del bosco. 
Anche al Centro le temperature sono scese sensibilmente, con i -12,4°C a Buca del Cimone (Mo) ed i -11,9°C al Rifugio Franchetti (2433 m) sul massiccio del Gran Sasso, ma frequentemente si sono sfiorati i - 10°C in un contesto comunque molto ventilato sulle vette marchigiane (in particolare nelle aree colpite dal terremoto) e sui grandi massicci abruzzesi, ove i valori percepiti sono scesi sotto i -15°C.

Analisi
Le prime ore del mese di dicembre saranno contraddistinte da un quadro meteo dal sapore decisamente invernale. La fase del flusso di correnti fredde di provenienza balcanica ha appena raggiunto l’apice raggiungendo un po' tutti i settori della Penisola, sfruttando il corridoio meridionale dell'anticiclone europeo. 
L'irruzione artica dovrebbe esaurirsi però rapidamente, con l’alta pressione delle Azzorre che andrà a distendersi sull'Italia già nel fine settimana. Non si avranno particolari mutamenti dal punto di vista climatico, perché il contesto rimarrà comunque orientato verso il freddo per i prossimi giorni. 
Nonostante si sia trattato di un breve episodio, l'aria fredda tenderà peraltro ad accumularsi nei bassi strati, determinando estese gelate in pianura e lungo le valli durante le ore notturne ed al primo mattino. 

Nebbie in arrivo
Il binomio in questo periodo tra meteo anticiclonico ed aria fredda nei bassi strati, significa solo una cosa: l’arrivo di estese nebbie o nubi basse.
Sebbene i massimi di pressione restino ancora collocati sul Regno Unito, la stasi anticiclonica si dimostrerà significativa. Difatti il contrasto con i mari tutto sommato ancora tiepidi produrrà un crescente accumulo di umidità sui bacini del Mediterraneo, mantenendo un clima decisamente invernale sulle pianure e nelle vallate interne. 
Sui rilievi si avrà un addolcimento termico, poiché nel contempo giungeranno infiltrazioni d'aria più temperata ed umida oceanica che interagiranno con le intrusioni più fredde dai quadranti orientali Russi. 

Meteo orientato al freddo
L’Italia, ritrovandosi in un territorio un pò di confine, risentirà non costantemente della protezione azzorriana, lasciando maggiori spazi alle ingerenze fredde dai settori balcanici, che potrebbero farsi sentire già sul finire della prossima settimana. Si tratterà di un periodo di transizione, ove comunque non vi saranno parentesi perturbate, con cieli prevalentemente sereni o poco nuvolosi.

Tendenza per l’Immacolata
Con riferimento alle ultime elaborazioni dei modelli previsionali, la prima decade del mese continuerà a vedere l'Italia contesa fra la fredda circolazione fredda sui Balcani, che occuperà un'ampia porzione del Continente Europeo orientale, e l’anticiclone, posto sull’Europa occidentale. 
L’ipotesi anticiclonica è naturalmente la più quotata e ciò dovrebbe tener lontana l'aria fredda dal bacino del Mediterraneo. Questo andrà a smentire la possibilità di un'ulteriore e più decisa irruzione fredda per il ponte dell’Immacolata, con l’azione protettiva dell’alta pressione che regnerà per tutta la prima decade di dicembre. 
La fase di massima del periodo anticiclonico si avrebbe proprio attorno all'8/10 dicembre, anche se intendiamo sottolineare che il freddo comunque non mancherà, in particolare nelle ore notturne qualora i cieli si presentino sereni. Le nebbie torneranno protagoniste sulle pianure del Nord.