Nei primi nove mesi del 2016 il mercato cinese ha già eguagliato il totale dell'import di vino made in Italy del 2015, superando come valore quota 90 milioni di euro. La crescita del prodotto italiano (+28,1%) però al momento non basta, in quanto il Belpaese detiene solo la decima quota di mercato sul totale, con una fetta del 5%.
La dinamica positiva del vino italiano in Cina è trainata dal forte recupero del comparto dei fermi imbottigliati, in crescita in valore del 35% rispetto al 2015.

Questi i dati dell'osservatorio congiunto fra Wine Monitor e la società di consulenza fiorentina Business Strategies, che al prossimo wine2wine, in programma a dicembre a Veronafiere, proporrà il convegno "Il mercato del vino in Cina: quali sviluppi?", in programma il 6 dicembre.

All'appuntamento al forum veronese sul business del vino presenzieranno Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, e due personalità molto importanti del mondo enologico cinese: Zuming Wang, vicesegretario generale del dipartimento governativo per la legislazione sugli alcolici in Cina, e Tao Weng, divulgatore della cultura cinese del vino in tutto il mondo, capo della Shanghai dawen information development.

"In Italia non abbiamo ancora compreso con chiarezza il fenomeno vino in un paese che in dieci anni ha visto crescere le proprie importazioni da 75 milioni a oltre 2 miliardi di dollari - sottolinea Silvana Ballottalo vogliamo fare al wine2wine attraverso due player cinesi importanti sul fronte delle dinamiche di mercato e della percezione dell'immagine di un prodotto del made in Italy, considerato ancora marginalmente rispetto ad altri".