Nell'ambito del Macfrut AgroNotizie ha intervistato Angelo Frascarelli, professore di economia e politica agraria a Perugia ed esperto delle tematiche sull'ortofrutta per Consulenza Agricola. Fra i temi trattati, le principali novità della riforma Ocm all'interno della nuova Pac e le novità per il nostro paese.

Quali sono le novità per l'Italia nell'ambito dell'Ocm ortofrutta?
"La nuova Pac 2014-2020 con il Reg. 1308/2013 sull’Ocm unica ha riconfermato lo schema di funzionamento della politica di settore basato sulle organizzazioni di produttori (Op) e sui programmi operativi.
Ogni Op istituisce il Fondo di esercizio, finanziato per il 50% dall’Ue (pari al 4,1% del valore della produzione commercializzata - Vpc), l’altro 50% dai soci. La principale novità introdotta dalla riforma è rappresentata dall’estensione alle Associazioni di organizzazioni di produttori (Aop) della possibilità di partecipare al regime di aiuti previsto per le Op, quindi di presentare programmi operativi. Nell’ambito delle azioni di prevenzione e gestione delle crisi, la nuova Ocm prevede la possibilità di finanziare il reimpianto di frutteti per i quali sussiste l’obbligo di espianto a seguito di problematiche sanitarie e fitosanitarie, nonché investimenti che rendano più efficace la gestione dei volumi di prodotto immessi sul mercato".
 

Quali risorse arrivano all’Italia dall’Ocm ortofrutta?
"La spesa complessiva dell’Unione europea per il settore ortofrutticolo, nel 2015, è stata pari a 1.118 milioni di euro. L’Italia ha utilizzato 256 milioni di euro, collocandosi al primo posto con il 23% della spesa comunitaria.
I primi tre paesi in termini di risorse utilizzate sono Italia, Spagna e Polonia. A ciò si aggiunge il programma “Frutta nelle scuole”. Nel 2015 la spesa complessiva dell’Ue per il finanziamento del programma è ammontata a 104,5 milioni di euro. L’Italia è la maggiore beneficiaria dei fondi concessi, pari a 25,9 milioni (24,8% della spesa complessiva)".

 
Come vengono utilizzate le risorse comunitarie destinate alle Op ortofrutticole?
"La quota maggiore di risorse viene destinata alle azioni volte a migliorare o salvaguardare la qualità dei prodotti (31%). Al secondo posto, ci sono le risorse destinate alle azioni volte a migliorare le condizioni di commercializzazione (23% del totale). A seguire le azioni ambientali (20%) e quelle volte a pianificare la produzione (17%). Solo il 7% della spesa è destinato alle azioni in favore della prevenzione e gestione delle crisi".

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