Gli imprenditori agricoli che conducono aziende olivicole in Puglia nell’area infetta da Xylella fastidiosa potrebbero riuscire a beneficiare dei contributi del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 - anche per il reimpianto degli olivi - se l’Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, validerà gli studi che ipotizzano come alcune cultivar di olivo siano resistenti al batterio killer.
Nel frattempo, in attesa che l’Efsa si pronunci, non resta altro loro da fare che sperare in una revisione del Psr Puglia, che consenta comunque di poter attingere ai fondi europei, senza effettuare però nuovi impianti di olivo e senza per questo rinunciare alla coltivazione dell’olivo.
 
E’ questa la conseguenza più immediata della risposta del commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis resa il 5 agosto 2016 ad un’interrogazione presentata nel luglio scorso dagli europarlamentari Paolo De Castro (Pse) e Raffaele Fitto (Cre), che lamentavano l’eccessivo peso della misura di divieto di reimpianto di olivi nell’area infetta, contenuta nella decisione di esecuzione della Commissione Ue 2015/789.
 
L’argomento è tornato recentemente di attualità in Puglia, grazie a quanto detto durante alcuni convegni alla Fiera del Levante dall’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, il quale aveva fatto notare come le risorse pure ingenti appostate sul Psr Puglia 2014-2020 a disposizione dell’olivicoltura non fossero spendibili proprio nell’area interessata dalla Xylella, in virtù dell’articolo 5 della decisione di esecuzione Ue 2015/789, che vieta il reimpianto degli olivi nell’area infetta.

Dichiarazioni che hanno portato Confagricoltura Taranto a chiedere alla Regione Puglia una revisione del Psr tale da aggirare l’ostacolo. Ecco cosa è successo e quali sono i possibili sbocchi di questa vicenda.
 
Sin dal 2014 l’associazione dei produttori La Voce dell’Olivo pone all’attenzione dell’opinione pubblica come varietà di Olea europaea - Leccino, Frantoio, Coratina, Pendolino, Bella di Cerignola e Cipressino - mostrino caratteri di resistenza o tolleranza alla Xylella fastidiosa, ceppo Codiro.
 
Il 18 maggio 2015 la Commissione Ue adotta la  decisione di esecuzione Ue 2015/789 vietando espressamente l’impianto di “piante ospiti” nell’area infetta e tra queste c’è l'olivo, inteso come Olea europaea, e non si fa cenno a cultivar o varietà di questa specie eventualmente indenni o resistenti.
 
Tra la fine di maggio e i primi di giugno del 2015 La Voce dell’Olivo rilancia sulle cultivar resistenti, affermando che esistono studi scientifici.
 
Il 23 giugno 2015 in “Sapere Scienza” Donato Boscia, dell’Istituto per la protezione delle piante del Cnr spiega come esistano già delle evidenze scientifiche su una forte tolleranza alla Xylella da parte della cultivar Leccino e in misura minore di altre varietà, presentate al simposio sulla Xylella tenutosi a Gallipoli (Lecce) nell’ottobre 2014, proprio da ricercatori dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr, dell'Università di Bari e del Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”. Boscia lascia chiaramente intravedere la possibilità che ulteriori studi accertino la resistenza almeno per il Leccino, facendo cadere la necessità del divieto di reimpianto in area infetta.
 
Il Psr Puglia è approvato dalla Commissione Ue il 24 novembre 2015 e contiene nella misura 4 di aiuto agli investimenti una premialità maggiore per le aziende olivicole.
"La presenza del divieto di impianto di olivi anche in aree come quella di contenimento, dove la stragrande maggioranza degli olivi sono sani, ma che è perimetrata all’interno dell’area infetta, scoraggia gli investimenti" spiegano a Confagricoltura Taranto.
 
Inoltre, il Psr Puglia nella misura 5 sul ripristino e la prevenzione dei danni da calamità naturali, 20 milioni di appostamento finanziario, prevede con la sottomisura 5.1 incentivi alla prevenzione di Xylella, con aiuti ai vivai ed agli operatori agricoli che effettuano radicali  potature. E la sottomisura 5.2 offre aiuti per il ripristino delle coltivazioni danneggiante.
"Ma per effetto della decisione della Commissione, di fatto, si impone il cambio coltivazione se il danno è a carico degli olivi" dicono ancora a Confagricoltura Taranto.
 
Il 14 luglio 2016  da Bruxelles gli europarlamentari De Castro e Fitto annunciano: "Dopo la nostra interrogazione della settimana scorsa, la Commissione europea sta valutando la possibilità di eliminare il divieto di impianto di varietà di olivo che hanno mostrato di essere più resistenti alla Xylella fastidiosa nelle aree infette delle province di Lecce, Taranto e Brindisi. Si tratta, se sarà confermata, di un'apertura importante su una misura indispensabile per creare le condizioni per un rilancio dell'attività imprenditoriale degli olivicoltori della zona".
 
Il 5 agosto 2016 – dopo che la Commissione Ue ha annunciato la seconda lettera di messa in mora per l’Italia sul caso Xylella - giunge la risposta del commissario per la salute Vytenis Andriukaitis a nome della Commissione Ue.
“Non appena i dati scientifici indicheranno l'esistenza di varietà resistenti alla Xylella fastidiosa, la Commissione prenderà in considerazione il riesame del divieto di impianto di piante ospiti nella zona interessata" scrive il commissario Andriukaitis .
 
“A questo proposito – aggiunge ancora - la Commissione ha recentemente chiesto all’Efsa di aggiornare e specificare ulteriormente la banca dati delle piante ospiti della Xylella fastidiosa attualmente disponibili, tenendo in considerazione i diversi ceppi e sottospecie (con particolare riferimento agli isolati europei) e inserendo, fra l'altro, informazioni sulle varietà resistenti, se disponibili”.
La palla torna dunque nel campo dell’Efsa, che dovrà verificare le ricerche e aggiornare gli elenchi.
 
Nel frattempo urge dare risposte economiche agli agricoltori: "Da una parte – spiega il direttore di Confagricoltura Taranto, Carmine Palmanel Psr si è data giustamente priorità al comparto olivicolo: un fatto positivo, naturalmente, per chi vuole investire. Dall’altra, tuttavia, succede che nella zona infetta, che comprende l’area di contenimento (dove non vi sono piante malate, tranne che nei focolai Ndr), non è possibile reimpiantare e di fatto le aziende subiscono un’ingiusta e doppia penalizzazione. Un meccanismo perverso che si avvita attorno alla Xylella, ma che noi riteniamo sia possibile smontare”.
 
Confagricoltura Taranto propone alla Regione Puglia di sospendere i bandi “sensibili” alla Xylella, rivedere i criteri di selezione ed individuare altre premialità per le aziende penalizzate.
 
“Trovare il problema – spiega ancora Palma – è la precondizione per studiare ed attuare una soluzione efficace: altrimenti si tratta solo di pannicelli caldi. Per Confagricoltura è necessario recuperare questo evidente gap a favore delle aziende che stanno fuori dall’area infetta rispetto a quelle che sono capitate all’interno, in modo da dare a tutti le stesse possibilità - e a parità di condizioni - di aggiudicarsi i finanziamenti Psr”.