Non sarà una vendemmia da record, come lo scorso anno, ma l'Italia si porta ai primi posti nel mondo, davanti a Francia e Spagna.

Tignola, Popillia e aflatossine destano preoccupazioni, mentre già si parla poco delle zone colpite dal terremoto, dove si lamenta la mancanza di acqua per le esigenze di serre e allevamenti.

In vista di Sana, il salone del biologico e più in generale del "naturale" che si aprirà a Bologna dal 9 al 12 settembre, si fa il punto sull'andamento delle produzioni bio, sempre più fra le preferenze dei consumatori.

Intanto nelle stalle si spera in un aumento del prezzo del latte sulla scia di quanto avvenuto in Francia, dove gli allevatori hanno "strappato" due centesimi in più al litro.

Questi alcuni dei principali argomenti che i lettori hanno incontrato sui quotidiani dati alle stampe in questi giorni.

La vendemmia in Italia...
Iniziamo dalla raccolta delle uve destinate alla vinificazione, con “Il Sole 24 Ore” del 4 settembre che ospita le anticipazioni dell'Unione italiana vini, secondo la quale la produzione sarà di poco inferiore a quella dello scorso anno, superando tuttavia i 48 milioni di ettolitri.

La conferma arriva da “Italia Oggi” del 7 settembre che affida al nostro Paese il primato mondiale nella produzione di vino, sorpassando la Francia dove la produzione si fermerà ad un meno 10% rispetto alla scorsa campagna. Un'ottima annata, scrive “QN” nello stesso giorno, ma occorre fare i conti con la continua flessione dei consumi.

e nelle regioni
Sfogliando i giornali è possibile conoscere la situazione della vendemmia nelle varie regioni italiane. Si apprende così dalla “Voce di Romagna” del 3 settembre che per l'omonima regione questa sarà una vendemmia da collezione.

Ottima situazione anche per la produzione di Soave grazie all'assenza di grandine e al buon stato di salute delle uve, come afferma “L'Arena” del 4 settembre. Più in generale, in tutto il Veneto si stima un aumento della produzione che secondo il “Giornale di Vicenza” del 7 settembre sarà pari a circa il 2%.

Ma il grande balzo avanti è quello dei vigneti pugliesi, dai quali si attende una produzione superiore del 10% rispetto allo scorso anno, come si apprende dal “Quotidiano di Puglia” del 4 settembre. Situazione analoga la ritroviamo in Basilicata dove “La Nuova del Sud” prevede un aumento del 7% con una produzione complessiva di circa 160mila ettolitri.

La situazione della Lombardia riportata da ”Il Giorno” del 6 settembre, che anticipa per la vendemmia una produzione di buona qualità, ma con un calo del 13%, per una produzione complessiva di circa 1,2 milioni di ettolitri. In Toscana si prevede una produzione in calo fra il 5 e l'8%, scrive “Repubblica” dell'8 settembre, ma di ottima qualità grazie a uve sane e maturazione al punto giusto.

I mercati
Di vino e in particolare del suo mercato si parla su “Libero” del 4 settembre per evidenziare il ruolo non sempre positivo delle lobby del settore e la difficoltà dei produttori ad aggregarsi e fare fronte comune.

Consigli su come affrontare il mercato, in questo caso del grano, si possono leggere sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 7 settembre, che sottolinea l'opportunità di una immediata applicazione dei dazi sulle importazioni dai Paesi extra Ue.

Intanto i profitti di grandi pastifici come Barilla schizzano verso l'alto, passando da 24,7 milioni a 59,6 milioni (MF, 2 settembre) e così pure per De Cecco, che ha incrementato del 6% la produzione (Il Sole 24 Ore, 2 settembre).

Dalle importazioni può arrivare un duro colpo alla nostra produzione di arance. Lo scrive “La Sicilia” del 4 settembre denunciando l'arrivo di arance bionde a prezzi agevolati dal Sudafrica, cosa che si protrarrà sino a novembre. Dito puntato sulle importazioni anche per il progressivo abbandono dei limoneti siciliani, argomento al quale “Repubblica” dell'8 settembre dedica un ampio servizio.

Il latte
Il mercato del latte sembra mostra segnali di ripresa. Una parte del merito va alle proteste degli allevatori francesi, proteste delle quali si parla su “Italia Oggi” del 7 settembre e che hanno portato ad un aumento di 2 centesimi per ogni litro, che ora è pagato 27,5 centesimi. Anche sul mercato italiano, scrive il quotidiano cremonese “La Provincia”, si segnalano spunti al rialzo e ora gli allevatori premono per ottenere un aumento, come scrive “Avvenire” del 4 settembre.

Bio avanti tutta
Un settore che sembra non risentire delle difficoltà del mercato è quello delle produzioni biologiche che registra un record nelle semine, come si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 3 settembre.

Non stupisce allora che ogni giorno aumenti di quattro unità il numero di aziende che si dedicano alle produzioni biologiche. E' quanto emerge in una analisi pubblicata dal “Corriere di Bologna” del 4 settembre in vista del Sana, il salone bolognese sul naturale, che aprirà i battenti dal 9 al 12 settembre.
Di Sana si parla poi su “Italia Oggi” del 7 settembre per commentare la crescita di alcuni settori nicchia, come la produzione di Goij o quella di Nergi.

Patologie emergenti
C'è preoccupazione per la possibile presenza di micotossine nel mais, un allarme lanciato da “L'Arena” del 5 settembre, dalle cui pagine si suggerisce di anticipare la raccolta per ridurre il problema. Di allarme micotossine si parla nello stesso giorno anche sulle pagine di “Nuova Sardegna”, per denunciare in questo caso la presenza di aflatossine nei mangimi importati sull'isola.

La “Voce di Mantova” del 3 settembre si sofferma invece sulla "avanzata" della Popillia japonica che minaccia sempre più da vicino molte coltivazioni, dal mais ai frutteti.

In Veneto, in particolare nelle zone comprese fra Cavallino e Treporti, ci si preoccupa per le produzioni di pomodoro, minacciate dagli attacchi di Tuta absoluta, argomento che troviamo affrontato dal “Gazzettino” del 6 settembre.

E il terremoto?
Scarse negli ultimi giorni le notizie legate alle conseguenze sull'agricoltura del terremoto che ha devastato il centro Italia. “Il Messaggero” del 6 settembre figura fra giornali che non si sono dimenticati di questo argomento, denunciando la mancanza di acqua che sta rendendo complicata la ripresa del lavoro nelle serre e negli allevamenti.

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