La giunta della Regione Siciliana ha approvato lo scorso 4 agosto la risoluzione a sostegno del comparto del grano: una piattaforma di provvedimenti predisposti dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Intanto, nello stesso giorno, si è riunito per la prima volta il tavolo tecnico sui cereali convocato a Palermo dall’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici.

Presenti i rappresentanti del comparto produttivo, della trasformazione e del mondo della ricerca – Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri, Distretto unico regionale dei cereali, Crea, Stazione consorziale sperimentale di granicoltura per la Sicilia, Consorzio di ricerca “Gian Pietro Ballatore” Italmopa.

“Ho illustrato ai rappresentanti del comparto cerealicolo la piattaforma di provvedimenti inseriti nella risoluzione approvata oggi in giunta" ha affermato l’assessore Cracolici.
 
Si tratta di tredici azioni specifiche a sostegno del comparto che spaziano dal controllo di trasparenza sulla formazione del prezzo, al superamento dell’importazione a dazio zero di alcuni prodotti della filiera che favoriscono la concorrenza sleale.
 
“E ancora tracciabilità, tutela della biodiversità, incentivi per l’aggregazione dei produttori, investimenti con i fondi del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per lo stoccaggio differenziato del grano, il monitoraggio della qualità e degli aspetti igienico sanitari" continua Cracolici. 
 
Tra le altre misure inserite nella mozione, il sostegno all’innalzamento del premio accoppiato della Pac per il grano duro, la ristrutturazione delle passività agrarie e l’avvio dell’applicazione dei fondi di mutualizzazione per la stabilizzazione del prezzo previsti nel Psr. In Sicilia arriva anche il marchio unico per il grano di qualità e i prodotti trasformati "made in Sicilia", e la valorizzazione dei grani antichi e della biodiversità siciliana.
“Il tutto utilizzando le leve dell’educazione alimentare e della promozione del grano siciliano" ha concluso Cracolici.
 
La Sicilia darà anche spazio alla valorizzazione nelle mense scolastiche ed ospedaliere dei prodotti realizzati e trasformati a non più di 100 chilometri, vicino ai siti di distribuzione, ed infine  sono previsti accordi di filiera tra produzione e industria per garantire volumi di qualità e prezzi adeguati.