Un’azienda agricola governativa, che dopo la fine del regime filosovietico è stata smembrata. E così, dai 2.000 ettari originari, sono molte le realtà che sono germinate. Hanka Mochov è l’azienda fondata nel 1993 da Petr Hanka e oggi diretta da Vladislav Oprsal.

La superficie iniziale era di 40 ettari, progressivamente incrementata fino a più di 500 ettari. Ad accompagnare la fase iniziale, sono le coltivazioni di ravizzone e di patate, ancora oggi uno dei core business dell’azienda agricola, dove dal 2015 sono state introdotte moderne tecnologie per il lavaggio, il taglio e l’insacchettamento degli ortaggi, oltre a celle di grandi capacità per lo stoccaggio dei prodotti.
Da lì, grazie a camion refrigerati, raggiungono i centri di vendita; Hanka Mochov ha contratti di fornitura con partner come Kaufland, Penny e Billa, mentre una parte è venduta direttamente. Gli accordi commerciali hanno durata annuale, mentre il prezzo di conferimento è comunque legato ai listini dei prodotti.
Nel giro di 24 ore gli ortaggi passano dal campo alla destinazione finale, grazie a un lavoro di squadra che occupa circa 70 persone, delle quali una cinquantina nei campi e i rimanenti nella catena di lavorazione.

I consumi sono tutti interni. Non si esporta, dal momento che il fabbisogno interno è superiore alla produzione. Tuttavia, precisa il direttore, “subiamo una forte pressione da Germania e soprattutto dalla Polonia, dove i costi di produzione sono inferiori, e i consumatori in fase di acquisto guardano esclusivamente il prezzo, almeno se il canale di vendita è il supermercato”. Una parte della competitività con la Polonia è recuperata grazie ai sussidi comunitari.

La parola d’ordine è rapidità. Solo le operazioni che vanno dal lavaggio al packaging impiegano appena 30 minuti. “L’80% della destinazione finale non rappresentata dai consumatori è costituito dalle catene alimentari – spiega Vladislav Oprsalmentre il restante 20% sono negozi”. E, naturalmente, si lavora 7 giorni su 7. L’orario giornaliero per il singolo lavoratore è di 8 ore, con un extra nella fasi cruciali dell’attività di 100 ore supplementari al mese.

Quanto agli occupati, l’azienda non nasconde la difficoltà di reperire lavoratori cechi. Il 20% dei lavoratori arriva da Romania e Bulgaria, tutti gli altri sono ucraini.
 
Lo stabilimento di Hanka Mochov in Repubblica Ceca
(Fonte foto: © Cornelia Smet - Dg Agri Eu)

 Ripercorrendo le tappe principali dell’azienda, si deve riavvolgere il nastro al 1994: un anno dopo l’acquisto della società, Petr Hanka si adopera per la ricostruzione. Nel 1996 vengono costruiti i primi magazzini dotati di celle frigorifere e nel 1998 la società agricola porta a termine l’ampliamenti dei magazzini con idonei impianti di lavorazione e una sala per il confezionamento e le spedizioni. Nel 2008 la realtà agricola diventa membro della Litozel Sales Company, e due anni più tardi costruisce un nuovo centro di immagazzinaggio, lavorazione e spedizione a Zalezlice.

Oggi la coltivazione di patate copre una superficie di circa 200 ettari, per una produzione di 6.000 tonnellate.
Sono inoltre coltivati sedano, cetrioli, zucchini, cavolo rapa, carote e carote da foraggio, destinate all’alimentazione del bestiame. Su tutta la superficie coltivata sono stati adottati moderni sistemi di irrigazione, nel rispetto delle risorse idriche.

L’azienda agricola applica il cosiddetto “sistema di coltivazione integrato”, una modalità di coltivazione molto simile al biologico (ma non certificata “organic”, bensì appunto Integrated cultivation system), in cui vengono rispettate al massimo le norme agroambientali ed è utilizzato il minimo necessario in tema di agrofarmaci, sostituiti da mezzi di lotta integrata. Tale procedura, inoltre, vieta la possibilità di coltivare sull’area aziendale in modo convenzionale.
Questa modalità di coltivazione è riconoscibile anche al consumatore, che può trovare il logo verde-arancio, in cui appare la dicitura “verdure controllate da produzione integrata”. Fra le certificazioni ottenute da Hanka Mochov ci sono quelle internazionali come GlobalGap (Good Agricultural Practice) e Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Point).

La crescita dell’azienda è stata resa possibile anche grazie al sostegno dei fondi dello Sviluppo rurale. Negli ultimi cinque anni, infatti, il sostegno comunitario ricevuto è stato di 370.000 euro. Il fatturato annuale ha raggiunto i 7,5 milioni di euro.