Largo ai giovani. È il messaggio che Alan Jagoe, presidente del Ceja, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori, lancia ai ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea e alla Commissione guidata dal suo connazionale, Phil Hogan.
I giovani agricoltori sono i più vulnerabili agli shock dei prezzi – ha detto Jagoe – e sono quelli che hanno purtroppo più probabilità di perdere le loro aziende agricole. La crisi non riguarda solamente il settore lattiero caseario, ma anche molti altri comparti e i giovani, più degli altri, hanno bisogno di misure di sostegno aggiuntive”.

È costantemente all’ordine del giorno la questione del ricambio generazionale. “I giovani agricoltori hanno bisogno di ulteriore aiuto per entrare nel settore e rimanere a galla, se vogliamo garantire un futuro all’agricoltura europea – ha precisato Jagoe -. Questo non è mai stato più vero di oggi: siamo in un periodo di notevole, e potenzialmente irreversibile crisi”.

Parole che non tardano ad avere una risposta, proprio nel corso dell’assemblea annuale del Ceja, al quale ha partecipato anche il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan. Pochi cenni al problema del ricambio generazionale, “un tema di cui si discute da anni”, perché l’esordio è dedicato alla Brexit.
Durante la campagna referendaria ho visitato Irlanda del Nord, Galles, Inghilterra e Scozia, tutti e quattro gli angoli del Regno Unito – ha ricordato Hogan -. Ho descritto i benefici della Pac per gli agricoltori, per il comparto agroalimentare in senso più ampio, ma anche per le comunità rurali e per la società, e mi ha colpito il fatto che alcuni agricoltori più giovani desiderassero lasciare l’Unione europea, convinti così di poter migliorare le loro condizioni e di creare maggiore occupazione. Questo mi ha deluso, ma allo stesso tempo mi ha fatto riflettere sul fatto che la Pac deve rispondere alle esigenze non solo dell’attuale generazione, ma anche della prossima”.

La sfida è tutta una questione di accesso, secondo il commissario: accesso ai finanziamenti, alla terra e alla conoscenza.
Relativamente all’accesso ai finanziamenti, stiamo esaminando diverse soluzioni come Commissione e ci sono iniziative di grande interesse anche a livello nazionale – ha precisato Hogan -. Ne abbiamo bisogno urgentemente. Gli istituti di credito tradizionali come le banche hanno fatto un pessimo lavoro, fondamentalmente non riuscendo a comprendere la natura del settore. L’agricoltura è dinamica ed esposta a fattori esterni come il tempo, le malattie e i mercati globali. Inoltre, le banche non sono riuscite a capire l’enorme potenziale di crescita e la redditività del settore”.

In Irlanda è stato lanciato l’innovativo Fondo Milk Flex. “Uno strumento che non ha eguali in Europa – ha puntualizzato Hogan – e che, come strumento di prestito, offrirà prestiti flessibili a prezzi competitivi ai fornitori di latte della cooperativa Glanbia; i rimborsi di prestiti varieranno in base alle oscillazioni del prezzo del latte”.
Si tratta, in particolare, del primo fondo europeo ad offrire agli agricoltori l’accesso al tipo di finanziamento di cui hanno bisogno: la finanza gestita attraverso strutture di prestito non tradizionali, che allo stesso tempo protegge i redditi agricoli dall’impatto della volatilità del mercato lattiero caseario.

Sempre con riferimento all’accesso al credito, Hogan raccomanda ai giovani agricoltori di contattare i referenti nazionali della Bei, la Banca europea per gli investimenti e fare pressioni affinché attivino gli strumenti già definiti per favorire il ricambio generazionale. In Francia, ad esempio, la Bei ha già iniziato a collaborare con gli istituti di credito, “tra cui Crédit Agricole, che ha messo a disposizione 200 milioni di euro per finanziare la successione nel settore agricolo”.

Quanto all’accesso alla terra, la riforma della Pac si prefigge lo scopo di incoraggiare i giovani a costituire o rilevare aziende agricole, attraverso un pagamento aggiuntivo e la creazione di una riserva nazionale. “Questo è un cambiamento positivo – ha rivelato Hogan – ma non possiamo non notare che l’importo destinato ai giovani agricoltori è diminuito tra il 2015 e il 2016 dall’1,33% all’1,23% della dotazione totale dei pagamenti diretti. Non è un trend positivo e dobbiamo vigilare su questa tendenza in tutta Europa”.

Anche le politiche di sviluppo rurale tengono conto dei giovani e dei problemi di ricambio generazionale, prevedendo un’area prioritaria specifica, come ad esempio gli aiuti all’avviamento dell’attività professionale, i pagamenti annuali o una tantum per i titolari di piccole aziende che trasferiscono le loro imprese in modo permanente, o ancora i servizi di consulenza e formazione, che possono essere adattati alle esigenze dei giovani agricoltori. “Se tuttavia tutto questo non bastasse ad arrestare la tendenza innescata, dovremo prendere in considerazione ulteriori misure”, ha assicurato Hogan.

Di certo, allo stato attuale non potrà essere più intrapresa la strada introdotta nel 1992, nel quadro dello sviluppo rurale, relativa al prepensionamento. Opportunità interrotta con la fine del periodo di programmazione 2007-2013, ma oggi “non più sostenibile”.

Altre formule possono rinsaldare la partnership tra agricoltori giovani e meno giovani. Il leasing, ad esempio, è una delle formule possibili. “Dobbiamo fare di più, e velocemente – ha raccomandato il commissario all’Agricoltura -. Anche perché la terra è una merce popolare non solo tra gli agricoltori e i nuovi operatori, ma è anche considerato un investimento a basso rischio per i fondi di capitale e gli investitori privati, con la conseguenza che in alcune aree i prezzi del terreno aumentano”.

Entro il 2017 Hogan dovrebbe presentare i risultati di un’indagine approfondita delle migliori pratiche nel rinnovo generazionale in tutta Europa. Quello che in ogni caso non va mai dimenticato, ha incalzato i giovani, “è la dimensione ambientale nel nostro lavoro: dobbiamo produrre di più, utilizzando meno”.

Altrettanto imprescindibile per Hogan, è l’accesso alla conoscenza. “I giovani agricoltori hanno bisogno di sapere quali investimenti potranno migliorare il rendimento economico e ambientale delle loro aziende agricole. È necessario un rapido accesso alle migliori pratiche più recenti, agli sviluppi tecnologici e ai nuovi metodi di produzione – ha affermato -. Il Secondo pilastro della Pac supporta le attività di trasferimento delle conoscenze, che comprendono corsi di formazione, attività dimostrative, visite in fattoria e scambi per un processo di apprendimento più pratico, così come agevola gli scambi professionali fra giovani, grazie ai programmi Erasmus e Leonardo da Vinci”.

Nell’ambito dello sviluppo rurale, poi, “gli agricoltori possono anche ricevere il sostegno agli investimenti per l’acquisto di macchine agricole di precisione, sensori e strumenti per tecnologie di informazione e comunicazione (Ict). Ci aspettiamo di finanziare un totale di 2.900 progetti nel periodo 2014-2020, grazie ai quali l’innovazione pratica sarà trasferita dal laboratorio all’azienda”.

Un ruolo cruciale lo giocherà il collegamento fra i giovani. “Migliorare le connessioni fra le aree rurali sarà un passo fondamentale per mantenere posti di lavoro, le famiglie e le comunità nelle aree locali ed è il motivo per cui la banda larga ad alta velocità per le aree rurali è al centro dell’obiettivo politico del mio mandato”, ha spiegato Hogan.

La speranza è quella che i giovani agricoltori contribuiscano a ogni aspetto della vita rurale. Motivo per cui il commissario europeo coinvolgerà il Ceja a portare al tavolo della discussione “idee radicali e creative, frutto di intuizioni uniche e di esperienza sul campo”.