Chi l'avrebbe mai detto che dalle bucce di arancia si sarebbe ricavata una pellicola trasparente per imballare i cibi o che dal latte si sarebbe prodotta carta? Eppure il mondo del packaging e degli imballaggi sta evolvendo molto velocemente e tanti ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sul recupero degli scarti di lavorazione dell'agroindustria.

L'obiettivo è quello di trasformare un rifiuto, come le bucce di arancia ad esempio, in una risorsa. Di economia circolare (questo il termine corretto per identificare il modello di sviluppo) ne avevamo già parlato, così come di mangimi per la zootecnia ricavati dagli scarti dell'industria conserviera. Ma che cosa sta accadendo nel mondo degli imballaggi?

Una delle notizie più curiose arriva dalla Sicilia. Il Cnr ha sviluppato una tecnologia per produrre pellicole trasparenti edibili partendo dalla pectina e dagli oli essenziali estratti dagli scarti della lavorazione delle arance. Ma anche dal chitosano ottenuto dal guscio dei gamberetti.

La quantità di pastazzo (le bucce di arancia e la polpa spremuta) prodotto in Sicilia ogni anno è il 5% del totale mondiale. Attualmente rappresenta un problema per chi deve smaltirlo, ma in futuro potrebbe rivelarsi una risorsa.

La cartiera Cordeons ha invece utilizzato il latte vaccino per produrre carta. L'idea è di Susanna Bonati che ha utilizzato fibre di latte, linters di cotone e fibre di pura cellulosa per creare una carta dalla sorprendente morbidezza e similarità al tessuto. L'idea è venuta per trovare un impiego agli eccessi di produzione di latte e agli scarti della lavorazione del cotone.

Un'altra cartiera, la vicentina Favini, ha invece utilizzato gli scarti della lavorazione dei legumi. Crush Fagiolo, questo il nome del prodotto, riduce del 15% l'utilizzo di cellulosa vergine proveniente da alberi e del 20% l'emissione dei gas serra. La carta è stata usata per produrre le confezioni dei fagioli dell'azienda Pedon. Il risultato è una scatola che può stare a contatto diretto con il prodotto, eliminando così la busta interna di plastica.

I legumi sono alla base anche del progetto europeo Leguval che intende valorizzare i sottoprodotti della lavorazione dei fagioli per l'estrazione di proteine e fibre con i quali produrre nuovi materiali biodegradabili. Il frutto della ricerca sono rivestimenti, pellicole e contenitori compostabili.

Un altro progetto europeo è Biocopac che ha la finalità di produrre vernici ecologiche partendo dagli scarti di lavorazione del pomodoro da industria. L'Unione europea ha finanziato il progetto non solo per incentivare il riutilizzo degli scarti dei pomodori, ma anche per trovare una vernice ecologica che possa essere utilizzata per ricoprire l'interno dei barattoli di metallo utilizzati nel settore agroalimentare.

In tutti questi casi l'obiettivo primario è ridurre gli scarti della lavorazione dei prodotti agricoli trasformando in risorsa ciò che fino ad oggi era considerato un rifiuto. Il punto cruciale è uno: rendere i nuovi processi più economici rispetto a quelli tradizionali.
Se produrre carta con cellulosa vergine continuerà ad essere più economico rispetto ad utilizzare gli scarti dei fagioli allora saranno poche le imprese che decideranno di cambiare marcia ed entrare nell'economia circolare


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