L’ Indicazione geografica protetta per l’olio extravergine di olive Sicilia è stata ufficialmente presentata oggi in conferenza stampa a Palermo dal presidente del Comitato promotore, Maurizio Lunetta, e dall’assessore all’Agricoltura dell’Isola, Antonello Cracolici.

“In Sicilia produciamo circa 50mila tonnellate annue di olio da pressione – ha affermato il presidente Lunetta – per un controvalore di 250 milioni di euro pagati ai produttori olivicoli e puntiamo a certificare nei primi anni almeno il 10% di questo patrimonio".

La Sicilia farà da apripista per le altre Igp olivicole regionali italiane, perché ha risolto molti dei problemi posti dal  Regolamento Ue 1151/2012 sulla strada per il riconoscimento della denominazione.

Ad AgroNotizie l'assessore Cracolici ha detto: "Dopo la Doc per il vino, la Igp per l'olio è la seconda denominanzione che porta il nome Sicilia e sarà la seconda gamba e la più forte sulla quale far correre il rilancio dell'agroalimentare siciliano."

Cracolici ha ricordato infatti come "L'olio è il frutto della trasformazione dell'olivo, coltivazione simbolo della Sicilia, ovunque presente sull'isola in una proporzione con le superfici vitate di 10 a 1, e valorizzare questo patrimonio significa soprattutto per l'olivicoltore siciliano cambiare mentalità, e considerare finalmente l'olio un bene commerciabile, non solo più una produzione da autoconsumo".

“La fase più difficile per la Igp Sicilia era la dimostrazione della caratterizzazione dell’olio di Sicilia, viste le numerose varietà di olive che la compongono – dice Lunetta - L'abbiamo spuntata puntando sulle caratteristiche organolettiche costanti, dove spiccano il sentore del pomodoro e del carciofo”.

E l’olio extravergine Igp Sicilia si farà anche promotore della protezione della biodiversità olivicola dell’Isola: “Abbiamo ricompreso nella proposta di disciplinare di produzione ben 27 varietà di olivo – ricorda Lunetta - anche se l’80% dell’olio si ottiene dalla molitura delle sette principali cultivar. Altre varietà pur marginali, non abbiamo voluto escluderle per la prospettiva di sviluppo di nuovi prodotti monovarietali e anche per tutelare la biodiversità”.

Impegnativa anche la prova storica dell’esistenza della denominazione “Per quanto riguarda la storicità, ovvero la prova dell’uso della denominazione da almeno 25 anni, abbiamo esibito copie di fatture che sono dei veri pezzi di antiquariato - ha detto Lunetta - con in bella mostra la dicitura Olio Sicilia e datate anche 1935 e 1940. Alcune di queste documentano per altro l’avvenuta esportazione verso gli Usa del nostro olio.”

Altra sfida vinta: la Igp Sicilia ha ottenuto che l’imbottigliamento avvenga solo sull’isola.
“L’imbottigliamento oggi non è visto dall’Unione europea come una fase della produzione – ricorda Lunetta - e la nostra richiesta di imbottigliare l’olio solo in Sicilia era inizialmente considerata come un’indebita limitazione della concorrenza, ma abbiamo dimostrato come l’insularità del nostro territorio di fatto impone già l’imbottigliamento in situ, poiché i costi di trasporto lo rendono sconveniente altrove”.

Infine, il Comitato promotore è pronto a diventare Consorzio di tutela. “Stiamo attendendo la pubblicazione del regolamento di riconoscimento, e, decorsi i termini per le opposizioni, che non ci attendiamo, il Comitato si trasformerà in Consorzio di tutela" conclude Lunetta.