Sono la ricerca e l’innovazione, la possibilità di condividere i risultati dei più importanti centri di ricerca europei, la sostenibilità delle produzioni e l’attenzione alle risorse idriche i temi che il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, tocca nel corso dell’incontro avuto a Pechino con gli studenti della China agricultural University.
Nessun cenno, ma forse non era nemmeno la sede, all’esigenza dell'Ue di vedere riconosciute le indicazioni geografiche nel trattato di libero scambio che l’Unione europea sta negoziando con la Cina.

E' la prima volta che il commissario Hogan incontra per una conferenza i giovani della China agricultural University, luogo di formazione per circa 20mila giovani studenti e di 50mila adulti che si dedicano all’attività di studio part time. Le dimensioni sono gigantesche: 157 ettari (cioè 1,57 chilometri quadrati), 60 dipartimenti, 3 campus, 15 college, 1,22 milioni di metri quadrati costruiti.

L’incontro di Hogan con gli studenti cinesi è avvenuto nel corso della missione di alto livello in Cina e Giappone della Commissione agricoltura dell’Unione europea, finalizzata a promuovere l’agroalimentare dei 28 Stati membri e a raggiungere intese di libero scambio internazionali.
Accanto alla missione politica, l’Ue ha assistito un gruppo di quasi un’ottantina di aziende e associazioni, con l’obiettivo di facilitare l’ingresso sui mercati dell’ex Celeste impero e del Sol levante.

“L’Europa ha alcune dei più importanti istituti di ricerca agricola del mondo, con decenni di esperienza" ha ricordato Hogan. "Siamo pronti e disposti a condividere questo con i nostri partner in tutto il mondo, ed in particolare con la Cina".

Le sfide principali partono dalla necessità di garantire la sicurezza alimentare nel lungo periodo. "È chiaro che ci deve essere un aumento sostenibile della produzione agricola mondiale - ricorda il commissario - ma la soluzione non va vista semplicemente nella direzione di aumentare la produttività. Perché la sicurezza alimentare è molto più di una mera produzione di cibo”.
Vi sono infatti problemi di accesso a un cibo sano e sicuro, così come è da tenere presente la domanda crescente da parte della popolazione mondiale soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

"Dobbiamo lavorare a stretto contatto con questi Paesi, aiutandoli a migliorare la loro produttività e facendo in modo che le risorse siano utilizzate in maniera razionale, in particolare l'acqua" precisa Hogan.
"In Europa è molto importante mantenere la produttività, ma è altrettanto vitale garantire la sostenibilità dei sistemi agroalimentari, promuovendo le caratteristiche pedoclimatiche del territorio che la biodiversità".

Ricerca e innovazione saranno gli strumenti per sviluppare le tecnologie, i processi e gli approcci sistemici per produrre cibo "sufficiente, sano, di qualità e con meno risorse, favorendo la crescita e l’occupazione nei territori rurali".
“Abbiamo bisogno di dotare i nostri sistemi agricoli, forestali, alimentari e anche non alimentari con la resilienza necessaria per resistere a shock come la siccità o altri eventi meteorologici estremi”.

Battaglia altrettanto importante è quella della lotta allo spreco lungo la filiera. "Circa il 30% del cibo viene perso tra l’azienda agricola e la tavola" rivela Hogan. "Per questo ho voluto realizzare le piattaforme per condividere le informazioni e le migliori pratiche per ridurre lo spreco alimentare.

Benefici importanti potranno derivare anche dalle tecnologie digitali, grazie alle quali gli agricoltori possono monitorare direttamente sullo smartphone le condizioni meteo e quelle dei suoli. "Immaginate droni che sorvolano campi di grano o di riso per raccogliere i dati e analizzare automaticamente la fase di crescita e i bisogni delle piante" esemplifica il commissario europeo.
"Ancora, immaginate veicoli specializzati, senza conducente, che svolgono le operazioni nei campi, distribuendo fertilizzante o acqua dove serve realmente alle produzioni”.

Bisogna andare oltre l’obiettivo “fame zero”, per concentrarsi anche su consumo e produzione sostenibili, cambiamento climatico e gestione del territorio. “Per fare tutto questo dobbiamo unire gli sforzi e ottenere risultati in maniera collettiva, facendo il miglior uso delle risorse che abbiamo" sollecita. "Abbiamo bisogno di aumentare le sinergie e collaborazione tra i diversi soggetti”.

Fra l’altro proprio la Cina, durante la presidenza del G20, ha assegnato grande importanza alla ricerca e all’innovazione. “E l’Ue parteciperà con grande interesse nella prossima riunione del Capo agricola scienziati in Cina alla fine di maggio”.