Ha fatto discutere in questi giorni la decisione di un'importante industria del latte di rinunciare alle forniture provenienti da stalle “scomode”, con produzioni modeste o dislocate in zone lontane o difficili da raggiungere. Un problema che si è verificato in particolare in Liguria, come testimoniano le pagine che a questo argomento ha dedicato “Il Secolo XIX” del 17 aprile. E si scopre che il latte “rifiutato” è andato a ruba fra i consumatori che hanno dimostrato di apprezzare le produzioni locali. Un latte che ha trovato poi accoglienza fra i gelatai liguri che hanno fatto rete, come scrive “Repubblica” del 20 aprile, per utilizzare il latte degli allevatori liguri.

Ma bisogna stare attenti alle provenienze: in troppi casi, secondo “La Nazione” del 19 aprile, sono importate cagliate, concentrati e latte in polvere che poi si trasformano in latte italiano. I problemi del latte però non si fermano qui. Il settore è stretto in una morsa di prezzi bassi e forti importazioni, denuncia “Italia Oggi” del 20 aprile, una situazione difficile che si cerca di risolvere con azioni di promozione al consumo messi a punto dal ministero agricolo e descritte da “Il Sole 24 Ore” del 19 aprile.
Per allontanare lo spettro della crisi a causa di eccessi produttivi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha scelto di proseguire anche per il prossimo triennio, dunque sino al 2019, con l'applicazione delle quote di produzione, notizia che si apprende da “QN” del 20 aprile.

Chi va male...
I problemi di mercato non si fermano al latte ma coinvolgono molti settori. Tutta colpa, afferma “Venerdì”, il magazine di Repubblica in edicola il 15 aprile, di un insieme di cause che vanno dai cambiamenti climatici ai flussi di import. Difficoltà che secondo la “Gazzetta di Modena” del 19 aprile colpiscono in modo pesante le coltivazioni di cereali, come grano e mais, che vedranno un calo del 15% delle superfici destinate a queste colture.

Numeri ancor più preoccupanti sono quelli dell'ortofrutta, con una flessione del 60% dei prezzi, stando alle anticipazioni riportate dal “Quotidiano di Puglia” del 20 aprile. Problemi di mercato che richiedono una svolta e da Fruitimprese arriva la richiesta, attraverso le pagine de “Il Sole 24 Ore” del 16 aprile, di una cabina di regia attraverso la quale organizzare e promuovere le esportazioni. Per l'olio si avvicina il momento della verità con l'avvio della fase operativa nelle importazioni dalla Tunisia a dazio agevolato, argomento sul quale si sofferma il “Corriere del Mezzogiorno” del 18 aprile.

...e chi va bene
Fra i settori che continuano a macinare risultati positivi c'è ancora una volta il vino, ora in corsa con la Francia per conquistare i consumatori cinesi anche attraverso le vendite online, come scrive il 20 aprile “QN”. Ancora sullo stesso “QN” si parla dell'aumento del valore dei terreni destinati a vigneto che possono arrivare a cifre importanti, come nel caso del brunello, che in alcuni casi raggiunge quotazioni di circa 400mila euro ad ettaro. Numeri in crescita si registrano poi per l'export dei nostri salumi. Lo si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 15 aprile, ma preoccupa la frenata dei consumi sul mercato interno.
La prossima apertura di Eataly world, attesa a Bologna fra circa un anno, argomento del quale si occupa il “Corriere di Bologna” del 18 aprile, potrà rappresentare a questo proposito un'eccellente vetrina di tutto l'agroalimentare italiano di eccellenza.

Burocrazia opprimente
Di vino si parla sul “Gazzettino” del 16 aprile, ma in questo caso non per celebrarne i successi ma per denunciare l'eccessiva burocrazia che grava sul settore, tanto che dal vigneto al prodotto finale occorre il disbrigo di 70 pratiche per complessive 4mila pagine. Un problema che si spera risolto almeno in parte dal nuovo Testo unico.
Ancora in tema di vino e burocrazia, “Italia Oggi” del 20 aprile ricorda che dal primo luglio il registro vitivinicolo sarà dematerializzato e tutte le attività aziendali potranno essere monitorate con puntualità. Ancora su “Italia Oggi” si continua a parlare di burocrazia in riferimento ad un'indagine svolta da Cna che pone l'accento sull'elevato numero di pratiche, almeno 56, necessarie per avviare un'attività in questo campo.

Riecco gli Ogm
Complici alcuni talk show in onda negli ultimi giorni, si torna a parlare di Ogm, con la consueta contrapposizione fra favorevoli e contrari, che non troverà mai un punto di incontro a causa delle troppe posizioni preconcette che su questa materia si sono cristallizzate nel tempo. Utile per uscire da questo stallo è la puntuale analisi di Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, che dalle pagine di “Repubblica” del 19 aprile spiega cosa c'è di vero e di falso dietro gli Ogm.
E dalle pagine del “Corriere della Sera” del 18 aprile il presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano, chiede che alla ricerca siano tolti gli ostacoli esistenti.

Xylella e dintorni
Altro argomento che puntualmente torna sotto i riflettori dei media è la Xylella. Ora è la volta del “decalogo” pubblicato dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 17 aprile. Se ne discute il giorno seguente sul “Quotidiano di Puglia” che commenta la necessità di delimitare le nuove zone che possono considerarsi indenni. Ancora il “Quotidiano di Puglia”, il 21 aprile in questo caso, parla di nuovo della Xylella dando notizia dei risultati ottenuti da Efsa, l'ente europeo per la sicurezza alimentare, che conferma la scarsa efficacia dei trattamenti che riducono i sintomi, ma non debellano la patologia. Si parla della Xylella su “Italia Oggi” del 21 aprile dove si apprende che la Corte di giustizia dell'Ue si è presa sei mesi di tempo per dare una risposta in merito all'abbattimento degli ulivi.

Restiamo fra gli argomenti di patologia vegetale con “Italia Oggi” del 20 aprile che illustra i risultati ottenuti dall'Università di Perugia nella messa a punto di un fungicida di origine vegetale in grado di controllare muffe verdi su ortaggi e frutta. Altre novità riguardano Isagro alla quale il presidente Giorgio Basile si appresta a dare una svolta in chiave biologica nella produzione di agrofarmaci, come anticipa “Repubblica” del 18 aprile.

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