L'agroalimentare, l'agribusiness e l'agroindustria crescono sempre di più su internet. Il web marketing, l'e-commerce, e i social media sono strumenti sempre più strategici nella promozione delle eccellenze agroalimentari, ma è chiaro che i margini di crescita sono molto più ampi. AgroNotizie ha intervistato Francesca Capobianchi, SMB Community Engagement Market Lead di Facebook, che ha parlato delle opportunità e delle strategie per l'agroalimentare legate al famoso social network.

Qual è il trend relativo alle aziende agricole, agroalimentari e cantine vitivinicole che aprono un account o una pagina Facebook?
"Oggi più che mai è cruciale per le aziende sviluppare una presenza online e Facebook rappresenta la piattaforma ideale per farlo. Le aziende, di qualsiasi dimensione e settore, compresa l’industry dell’agroalimentare, scoprono Facebook come strumento di business perché sanno come usarlo personalmente: aprire una pagina è facile quanto aprire un nuovo profilo, e permette all’impresa di essere scoperta e connessa. Oltre 3 milioni di piccole e medie imprese in tutto il mondo investono attivamente su Facebook, un numero in continua crescita, aumentato del 50% in solo un anno, a conferma della strategicità della piattaforma per il raggiungimento efficace degli obiettivi di business".
 
In che modo Facebook può aiutare le aziende del settore agribusiness e agroalimentare a promuovere la propria attività e i propri prodotti?
"Facebook consente di pianificare campagne di marketing flessibili e altamente targettizzate che permettono di raggiungere sia il vasto pubblico di persone presenti sulla piattaforma – 27 milioni ogni mese solo in Italia – ma anche di scegliere un target altamente personalizzato ed efficace, con una precisione e accuratezza superiore al mercato.
Inoltre, mettiamo a disposizione dei professionisti del marketing approcci di misurazione che offrono agli inserzionisti la capacità di determinare con precisione il business generato dalle inserzioni su Facebook e a prendere decisioni di marketing future sulla base di queste informazioni.
È possibile creare inserzioni mirate per destinatari diversi, impostare un budget definito e misurare i risultati sui vari dispositivi. Chi sceglie di investire sulla piattaforma ha il pieno controllo del budget, con la possibilità di scegliere un limite giornaliero per un'inserzione o un importo totale per una campagna, senza prevedere necessariamente grandi investimenti".

 
Qual è, secondo voi, il rapporto fra agricoltura, internet e social media, e in che modo i social media possono contribuire allo sviluppo del settore?
"In uno scenario dove il digitale è parte integrante della vita quotidiana delle persone e dell’economia, e dove le imprese devono poter coglierne il valore per mantenere la propria competitività e crescere, Facebook rappresenta un'opportunità strategica per l'innovazione d'impresa, anche per le aziende del settore agroalimentare italiano.
L'Italia, grazie alle peculiarità del suo territorio, produce una grande varietà di prodotti agroalimentari tipici che rappresentano l'eccellenza della produzione locale, e Facebook può essere uno strumento imprescindibile per far conoscere globalmente il proprio brand e soprattutto i valori che racconta, diventando una straordinaria opportunità per esportare all’estero le eccellenze del made in Italy".


Facebook può dare inoltre un impulso alla crescita dell'e-commerce agroalimentare?
"In Italia l’e-commerce sta rappresentando un fenomeno in crescita, trainato soprattutto dagli acquisti effettuati da mobile. Le persone, infatti, utilizzano sempre più i dispositivi mobili per informarsi, accedere a contenuti o fare ricerche ovunque si trovino.
Facebook, che consente di fare leva proprio sulle potenzialità offerte dal mondo mobile e abilita l’utilizzo di contenuti coinvolgenti e creativi come i video, intende offrire a consumatori e imprese un luogo d’interazione su cui creare connessioni rilevanti ed efficaci, in linea con questa evoluzione, e un canale di promozione e internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari italiani, rispondendo alle esigenze commerciali di molte piccole aziende che, pur realizzando ottimi prodotti agroalimentari, non riescono a inserirsi nei diversi mercati per mancanza di mezzi e organizzazione".