Mentre sembra arrestarsi l’onda ribassista sul prezzo del grano duro, in Puglia Coldiretti e il presidente della giunta regionale Michele Emiliano si muovono in difesa di una delle principali produzioni agricole della regione.

Proprio oggi, Borsa merci telematica italiana, nella sua analisi mensile sull’andamento del mercato cerealicolo all’ingrosso, registra un calo del prezzo del frumento duro fino nazionale del 3,1% tra gennaio 2016 e dicembre 2015, con un livello ormai assestato a 258 euro alla tonnellata, giunto così a toccare i minimi da novembre 2013 e comunque ben al di sotto dei 341,33 euro del mese di gennaio 2015. Secondo Bmti, per i frumenti nazionali"hanno pesato sia i fondamentali di mercato caratterizzati dall’offerta superiore ai consumi sia le aspettative di crescita delle superfici coltivate".

I cerealicoltori sono andati letteralmente all'arrembaggio nel porto di Bari dove dalla Goletta Gialla di Coldiretti Puglia il 9 febbraio hanno manifestato per salvare il grano italiano dagli scarichi quotidiani di ingenti quantitativi di prodotto straniero, a volte triangolato da porti europei e utilizzato dai trasformatori per fare pane e pasta made in Italy. Inoltre si è tenuto un sit-in di centina di agricoltori provenienti dalla Puglia e dalla Basilicata all'ingresso del porto per dire basta alle storture nel mercato cerealicolo.

“In 6 mesi (periodo luglio 2015 – gennaio 2016) sono state scaricate al porto di Bari 891mila tonnellate di grano che hanno causato la conseguente drastica riduzione del 24% del prezzo del grano pugliese, passato nello stesso periodo da 340 euro a 258 euro la tonnellata - denuncia Coldiretti Puglia, che sottolinea - il grano è arrivato da Canada, Turchia, Argentina, Liberia, Singapore, Hong Kong, Marocco, Olanda, Antigua, Sierra Leone, Cipro e spesso triangolato da porti inglesi, francesi, da Malta e da Gibilterra”.
 
Dopo la manifestazione tenuta da Coldiretti nel porto di Bari contro l'importazione di grano estero, è rimasto invariato ieri il prezzo del grano duro fino alla Borsa Merci di Foggia, inchiodato ad un minimo di 258 euro alla tonnellata e con valori massimi sui 263,00, quotazioni frutto di una seduta definita “Calma” dal bollettino ufficiale della Borsa.
 
Per il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, la decisione di fermare il prezzo è frutto della "Grande eco mediatica della manifestazione del 9 febbraio al porto di Bari, che ha fatto desistere i trasformatori dal riproporre la settimanale routine speculativa con la contrazione ulteriore del prezzo del prodotto italiano".

"Stiamo monitorando le quotazioni e al contempo gli scarichi al porto, dove per 10 giorni non arriveranno navi di grano. Al contempo - dice Cantele - non rassicura certamente sapere che il 50% della spesa resta anonima, a cominciare da pane e pasta. Sono le ripercussioni di attività lobbistiche cieche che hanno colpito dapprima il settore agricolo, con l'acquisto di grano, latte e carni dall'estero, poi i marchi storici del made in Italy finiti in mani straniere e adesso anche gli stabilimenti industriali con pesanti effetti su economia ed occupazione''.

"Serve l'etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari - aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - che informi sulla provenienza geografica, sulla qualità e salubrità del cibo".
 
“Attorno al grano è cresciuta un’intera civiltà, che non è fatta solo di economia, gastronomia o di particolare capacità produttiva – aveva evidenziato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano durante la manifestazione Coldiretti del 9 febbraio– ma è una storia di un intero mondo, che non può estinguersi per l’arrivo di alcune navi. Noi non contestiamo l’economia globale, dobbiamo cercare di starci dentro e di combattere contro regole che riteniamo inique; però bisogna saper distinguere: se siamo davanti ad un prodotto di qualità, se quel prodotto ha una denominazione d’origine, se ha qualità organolettiche di un certo tipo, c’è bisogno che il consumatore sia informato e che non rischi di mangiare pasta italiana fatta con un grano proveniente da paesi non controllati”.

“Noi – aveva concluso Emiliano dobbiamo difendere il nostro grano, in particolare quello pugliese e quello lucano. Lo faremo con rispetto e con determinazione. Chi vuole la pasta italiana deve sapere che compra merce controllata, che ha particolare qualità e che è stata prodotta da persone perbene”.