I prodotti agroalimentari italiani conquistano sempre nuovi spazi sui mercati esteri, ma il rovescio della medaglia mostra un costante aumento delle importazioni, a volte favorite da scelte comunitarie in tema di politica agricola, come nel caso dell'olio tunisino o dei pomodori del Marocco. Ma più sovente è il prezzo a fare la differenza e a spingere sui flussi di importazione. Come nel caso del grano destinato alla produzione di pasta, tanto che “Il Giornale” del 10 febbraio denuncia che un terzo della produzione italiana è fatta con grano di importazione. I problemi non si fermano al grano, ma coinvolgono anche molti prodotti di origine animale, il latte in particolare e in tutta Italia si moltiplicano le proteste dei produttori, come si apprende da “La Stampa” del 10 febbraio. Nello stesso giorno la “Gazzetta del Mezzogiorno” riporta la cronaca della manifestazione di protesta contro le eccessive importazioni che i produttori agricoli hanno inscenato al porto di Bari. Insensibile alle proteste degli agricoltori, il prezzo del grano resta però ai minimi, appena 26 euro al quintale scrive l'11 febbraio il “Quotidiano di Bari”. Le preoccupazioni per le importazioni sembrano coinvolgere la Francia, dove il ministro dell'Agricoltura Stephane Le Foll ha lanciato la proposta di rendere obbligatoria l'origine sulle etichette di carne e latte, argomento del quale si occupa “Italia Oggi”.

E l'export tira
Del tutto diversa la situazione sul fronte dell'export, dove le produzioni made in Italy continuano a macinare successi. In particolare negli Usa, scrive “Il Sole 24 Ore” del 7 febbraio, l'export agroalimentare ha fatto un balzo in avanti del 20% e ora il mercato statunitense ha superato quello francese, in precedenza al primo posto nel nostro export. Un progresso al quale non sono estranei i piani di sostegno messi a punto dall'Ice e che riguardano anche il mercato canadese, come sottolinea “Italia Oggi” del 9 febbraio. Brindano anche i produttori del Franciacorta le cui esportazioni, scrive “Avvenire” del 5 febbraio, hanno beneficiato dell'effetto trainante di Expo. Uniche notizie negative sul fronte dell'export arrivano dalla “Gazzetta di Parma” del 10 febbraio che prende in esame le conseguenze dell'embargo russo che ha penalizzato in particolare prosciutto e Parmigiano Reggiano.

I mercati in Italia
Passando al mercato interno, segnali di sofferenza si continuano ad avere per il latte spot, il cui prezzo, scrive “Il Sole 24 Ore” del 10 febbraio fa segnare altri ribassi. Anche il mercato dei suini non riesce a superare le difficoltà che lo assillano da tempo e il “Corriere della Sera” descrive le conseguenze sulla borsa merci di Milano, una fra le più importanti per la definizione dei prezzi in questo settore. Gli affanni della suinicoltura, scrive la “Gazzetta di Modena” del 9 febbraio, si fanno sentire sugli allevamenti in attività che hanno visto in 15 anni la perdita di quasi 300mila capi. Difficoltà acuite sul finire del 2015 dagli allarmismi dell'Oms sulla presunta cancerogenicità della carni rosse e trasformate, allarme poi rientrato e in questi giorni sconfessato dagli esiti delle ricerche condotte in Italia e riferite il 6 febbraio da “Il Resto del Carlino”.

Clima avverso
Ai problemi di mercato si aggiungono le avversità climatiche e in particolare il lungo periodo di secco, ancora non mitigato dalle recenti piogge. In Veneto il problema è particolarmente sentito e “Il Gazzettino” del 5 febbraio commenta il piano straordinario chiesto dagli enti di bonifica. Non va meglio nel nord-ovest e “La Stampa” del 5 febbraio denuncia come i terreni abbiano perso negli ultimi 100 giorni circa il 70% dell'umidità. A subire le maggiori conseguenze sono le coltivazioni di riso, come si apprende il 6 febbraio dal “Giornale del Piemonte”. Danni ingenti per tutta l'agricoltura che “Il Sole 24 Ore” del 7 febbraio indica in circa un miliardo di euro. E ora, con le piante che hanno ripreso in anticipo il ciclo vegetativo, si teme l'arrivo del gelo, come si legge l'11 febbraio sul “Corriere di Romagna”.

Nuovi patogeni
Non c'è solo la siccità fra le conseguenze del clima secco e caldo, ma anche la proliferazione di larve e insetti “fuori stagione” con conseguenti possibili attacchi alle colture, allarme del quale si parla su “Il Cittadino” del 6 febbraio. A complicare il quadro, scrive “Il Giorno” del 7 febbraio, l'invasione di patogeni “stranieri” che giungono attraverso le importazioni. Rientra invece l'allarme Xylella, che non sarebbe più un'emergenza. Ma si tratta, come ben specifica la “Gazzetta del Mezzogiorno”, di un'ordinanza della Protezione Civile che sancisce l'uscita dall'emergenza mentre il patogeno continua la sua espansione. Una “declassazione”, continua il giorno seguente la stessa “Gazzetta del Mezzogiorno” che giunge per decreto e non per un rientro del problema.

Notizie dal “Palazzo”
A proposito di provvedimenti legislativi, il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, dichiara dalle pagine di “Brescia Oggi” del 6 febbraio che fra le priorità del suo dicastero rientra la lotta allo spreco del cibo, che in febbraio ha visto una giornata dedicata a questo tema. Di aiuti per le reti di impresa e per il sostegno al commercio elettronico si parla il 9 febbraio su “Italia Oggi”, mentre “Il Sole 24 Ore” commenta gli effetti positivi che derivano dall'aumento della compensazione Iva per latte, bovini e suini. Da Bruxelles giungono però notizie negative con la possibilità di aprire alla coltivazione del San Marzano fuori dalle aree a denominazione, eventualità criticata con forza da “Il Giornale” del 7 febbraio.

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