E’ già arrivata la primavera? Questa è la domanda che si pone la Coldiretti, considerando le temperature record con valori massimi fino a 10/12° al Nord, 15/16° al Centro e 17/18° al Sud, che si sono registrate nei giorni della Merla, ritenuti, secondo la tradizione, i più freddi dell’anno.

La natura è sconvolta: dicembre è stato caratterizzato dal 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media e, a gennaio, sono caduti gli stessi millimetri di pioggia caduti ad agosto, causando siccità nelle campagne e smog nelle città. A causa di questi cambiamenti climatici, l’anno appena trascorso si è classificato in Italia come l’anno più caldo della storia, con una temperatura superiore di 1,42 gradi alla media di riferimento, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr. Il 2015 si è quindi rivelato addirittura più caldo del 2014, anche a livello globale, con una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani superiore di 0,90 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo; ad affermarlo il National climatic data center, che rileva le temperature dal 1880.

La conseguenza è rappresentata da mandorli, peschi e susini già fioriti e prati ricoperti di primule e viole; ma anche montagne prive di neve e fiumi abbassati su livelli estivi. Sul Po, per esempio, sembra di essere in estate: i livelli idrometrici sono inferiori di circa 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le rilevazioni effettuate dalla Coldiretti a Pontelagoscuro (Fe) a fine gennaio.

La situazione - sostiene la Coldiretti - è grave anche nei laghi, in quanto il lago Maggiore è al 17% della sua capacità, il lago di Como è sceso al 12% e quello di Garda al 33%. Secondo la Coldiretti bisogna intervenire subito, portando acqua ai laghi ed alzando il deflusso minimo vitale per evitare rischi di desertificazione del territorio.

Quello che si teme maggiormente è una seria compromissione dei raccolti per l’improvviso ed annunciato prossimo abbassamento della temperatura; ma - precisa la Coldiretti - a preoccupare per i raccolti sono anche le forti infestazioni degli insetti patogeni che proliferano a causa del caldo fuori stagione.

Coldiretti sottolinea la gravità dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con continui sfasamenti stagionali ed eventi estremi, con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi anni ha già subito danni per 14 miliardi di euro tra siccità ed alluvioni.

Di fronte a questa situazione - conclude la Coldiretti - servono interventi strutturali ed uno sviluppo di iniziative atte all’accelerazione dell’attuazione del Piano di sviluppo rurale, in particolar modo per il riavvio del Piano irriguo nazionale, come richiesto dall’Anbi, l’Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio ed acque irrigue.