L’emergenza Xylella fastidiosa? In Italia dal 2016 non esiste più.
Non che il batterio da quarantena sia scomparso dal Sud della Puglia, come si potrebbe pensare, magari ancora presi dai voti augurali per il nuovo anno. Solo che alla vigilia della notte di San Silvestro il giudice per le indagini preliminari di Lecce, Alcide Maritati, ha disposto la convalida del sequestro preventivo d’urgenza di tutti gli olivi interessati al taglio dall’ultima ordinanza di Protezione civile, così come disposto il 18 dicembre scorso dai pubblici ministeri salentini Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci nell'ambito delle indagini sulla gestione in Puglia dell'emergenza Xylella fastidiosa, inchiesta nella quale figurano 10 indagati tra i quali l'ex commissario straordinario Giuseppe Silletti dimessosi il 24 dicembre scorso.

E in Puglia si torna alla gestione ordinaria, che pure ha le sue difficoltà. Mentre a Roma il ministero per le Politiche agricole ha il fiato sul collo della Commissione Ue, che da Bruxelles attende i chiarimenti richiesti con la lettera di messa in mora: pena l'avvio della procedura d'infrazione.

A Lecce anche il Gip condivide la tesi della Procura, secondo la quale gli abbattimenti degli alberi e l'utilizzo di pesticidi non sarebbero l'unico sistema idoneo a evitare l'eventuale diffusione della malattia degli ulivi che può essere comunque arginata attraverso l'adozione di metodi graduali, comunque previsti dalle direttive europee.

Il Gip, inoltre, sottolinea l'esistenza di teorie scientifiche secondo le quali la rimozione degli ulivi non servirebbe per arginare il fenomeno dei disseccamenti.

Il Piano di contenimento della Xylella fastidiosa, meglio noto come secondo Piano Silletti, è stato così definitivamente congelato dalla Procura della Repubblica di Lecce, proprio mentre stanno decorrendo i sessanta giorni entro i quali il governo italiano dovrà rispondere alla lettera di messa in mora proveniente da Bruxelles, dove la Commissione europea minaccia di incardinare la procedura d'infrazione contro l’Italia perché le'applicazione delle misure antixylella - adottate ai primi di maggio dalla stessa Commissione Ue - procededono troppo lentamente.

La Procura del capoluogo salentino nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre aveva notificato dieci avvisi di garanzia per vari reati di natura ambientale - uno dei destinatari era il commissario di governo per l’emergenza Giuseppe Silletti, poi dimessosi - e ha in un sol colpo posto sotto sequestro preventivo tutti gli olivi interessati all’ultima ordinanza di Protezione civile, quella che dal 16 dicembre avrebbe dovuto ridare fiato agli abbattimenti: ne mancavano ancora circa 1400 su poco più di 3000 individuati.

Azzerato il Piano d’emergenza non restano che le vie ordinarie per contrastare il Complesso del disseccamento rapido dell’olivo: e la palla passa nelle mani della Regione Puglia, peraltro, a quel che ne si sa, osservata con molta attenzione dai vertici del ministero per le Politiche agricole, agroalimentari e forestali, dicastero sul quale a sua volta giungono le pressioni di Bruxelles.

Intanto la regione Puglia deve fronteggiare una nuova difficoltà: i due funzionari responsabili della lotta alla Xylella - Giuseppe D'Onghia, dirigente del servizio Agricoltura della Regione Puglia e Silvio Schito, attuale dirigente dell'Osservatorio fitosanitario regionale – che risultano iscritti dalla Procura della Repubblica di Lecce nel registro degli indagati nel quadro delle indagini sul caso Xylella, hanno chiesto formalmente all’assessore all’agricoltura di Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, di essere destinati ad altri incarichi per motivi di opportunità.