Nella giornata di giovedì 26 novembre, a margine dell'assemblea provinciale dei soci, Confagricoltura Ravenna ha organizzato a Faenza un convegno intitolato "Nuove prospettive e normative della viticoltura italiana".

Relatori dell'incontro Denis Pantini, responsabile agricoltura di Nomisma, e Vincenzo Lenucci, direttore dell'Area economica di Confagricoltura, che hanno rispettivamente trattato di tematiche relative al consumo di vino e ai mercati più interessanti, oltre che alle nuove disposizioni normative europee.  

"I consumi di vino stanno diminuendo nei paesi produttori tradizionali come Francia e Italia - ha esordito Pantini - per fortuna a livello mondiale i consumi stanno crescendo e si stanno aprendo nuove ghiotte opportunità per l'export di vino made in Italy. L'Italia è leader di mercato in mercati come Svizzera, Germania, Usa e Russia, mentre latita invece in Cina, dove l'import è in crescita ma la quota di mercato italiana si è ridotta. La Cina può rappresentare l'Eldorado per l'export di vino, ma è un mercato difficile, per vari motivi, dalla logistica ai dazi, che rendono poco competitivi i nostri vini rispetto a quelli australiani o cileni".

"Per accrescere la propria presenza sui mercati esteri non basta però avere un prodotto di qualità - ha precisato Pantini - l'etichetta è fondamentale così come la comunicazione e la promozione sui mercati. Per accrescere la nostra forza sono necessari quindi forti investimenti nel marketing: è qui che l'Italia sconta ancora un ritardo rispetto a un competitor come la Francia".

Vincenzo Lenucci ha invece focalizzato l'attenzione sulle nuove novità normative.
"Nel 2014 sono state attivate le nuove misure del piano nazionale di sostegno, mentre per quanto riguarda il 2015 la novità più grande è stata l'accesso ai pagamenti di base, con i nuovi diritti disaccoppiati. Grande attesa c'è invece per il nuovo sistema di autorizzazioni, che entrerà in vigore dal 2016 e andrà a sostituire gli attuali diritti d'impianto".

"Se questi ultimi erano cedibili a titolo oneroso - ha spiegato Lenucci - le nuove autorizzazioni sono gratuite e incedibili. C'è un limite alla crescita delle superfici messe a vigneto, l'Italia ha scelto il tetto massimo dell'1% annuo.
La direzione è quella di una liberalizzazione del settore e delle produzioni, anche se naturalmente regolamentata. Le nostre previsioni dicono che se sarà sfruttata a pieno questa possibilità, dal 2016 al 2020 la superficie italiana di vite potrebbe crescere di oltre 32mila ettari, con un conseguente aumento della produzione. Non nascondiamoci, noi come Confagricoltura avremmo voluto mantenere lo status quo; dovremmo riuscire ad adattarci al meglio, cercando di lavorare al meglio per difendere la redditività e la qualità delle produzioni dei nostri produttori
".