Ieri a Bari il meglio del mondo della ricerca italiana in scienze agrarie ed ambientali si è ritrovato al capezzale della Puglia, la regione ferita nei suoi uliveti dalla Xylella fastidiosa.

Si è infatti riunita per la prima volta ed insediata la task force della Regione Puglia sul Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, causato dalla infestazione di Xylella fastidiosa convocata e presieduta da Michele Emiliano, goverantore della Puglia. Alla task force sono stati invitati a partecipare docenti universitari, studiosi, ricercatori ed esperti da tutta Italia. Hanno raccolto l’invito in 46, partecipando a questa prima giornata di approfondimento, i lavori sono terminati ieri sera alle 19.00.

L’ambizione della Puglia è quella di trovare a medio termine - in tandem con il gruppo di ricerca messo a punto dal ministero per le Politiche agricole - un rimedio contro la Xylella che possa essere di aiuto a tutta Europa, visto che il batterio è la prima volta che colpisce in ambiente mediterraneo e l’olivo.

Al momento, sul piatto ci sono 6 milioni di euro: 2 stanziati dalla Regione Puglia e 4 dal Mipaaf. Con l'obiettivo dichiarato di trovare e su basi scientifiche, delle alternative agli abbattimenti di olivo.

Tra gli intervenuti di ieri ci sono i ricercatori provenienti dal Centro di ricerca per la patologia vegetale di Roma del Crea, dal Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna, dal Dipartimento di Protezione delle piante dell’Università di Udine e del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa.
E ancora: il Comitato Nazionale per le Rircerche Irsa, il Dipartimento Dafne dell’Università degli studi di Padova, il Centro di ricerca agrobiologica e pedologia di Firenze, il Dipartimento Disaat dell’Università degli Studi di Bari e il Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento.

Sempre dalla Puglia sono giunti i ricercatori ed i docenti del Dipartimento Safe dell’Università degli studi di Foggia, dell’Arpa Puglia, del Centro di Ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo, il Dipartimento Disteba dell'Università del Salento e il Dipartimento di Agraria dell’Università di Bari.
Hanno aderito all’appello anche l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, il Cnr Istituto per le produzioni alimentari di Lecce, l’Istituto protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari, l’Unità di ricerca per la frutticoltura di Caserta del Crea, l’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, lo Iamb e Copagri.

La Regione Puglia per contrastare la diffusione del batterio ha investito sulla ricerca: “Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto – ha spiegato Emiliano mettere a disposizione somme ingenti per la ricerca è un atto politico di questa amministrazione che così realizza un preciso punto del programma di governo. Di fronte a un problema complesso come la Xylella per il quale non esiste ancora una cura, l’unica speranza è riposta negli scienziati, nelle loro intuizioni, nelle loro idee. Tutti i nostri auspici sono dentro questo percorso di ricerca”.

“Ho ascoltato uno per uno i ricercatori che hanno aderito in massa al mio appello, e di questo li ringrazio" ha detto Emiliano.

“Stiamo cercando di capire soprattutto se l’estirpazione delle piante sia così indispensabile come viene sostenuto dall’Unione europea e, ovviamente, i punti di vista sono diversi - ha detto Emiliano, auspicando - speriamo davvero si possa trovare una soluzione alternativa ad una misura non solo al limite dell’insopportabile dal punto di vista naturalistico e dei sentimenti, ma che temiamo insufficiente ad arginare l’espandersi della malattia”.

Il presidente della regione Puglia ha altresì precisato: “Finché non riusciremo a dimostrare scientificamente che espiantare gli alberi non è necessario, dovremo adempiere agli obblighi internazionali, come stiamo facendo con il piano Silletti. È una giornata di lavoro importante e rilevante, la ricerca è fondamentale per evitare che l’infezione si diffonda”.  

“Dagli interventi stanno emergendo anche informazioni che possono suscitare qualche speranza e che riguardano, ad esempio, l’uso delle nanotecnologie e delle buone pratiche agricole da porre alla base di strategie per curare le piante malate o comunque per ottenere da queste una reazione positiva. Ma è presto per giungere a delle conclusioni" sottolinea ancora Emiliano.

Emiliano ha concluso dicendo che la task force è aperta a tutti gli scienziati che ritengano di poter dare un contributo: “Oggi è il primo incontro, partiamo da zero, e per prima cosa stiamo facendo il punto sullo stato dell’arte. Se riusciremo a elaborare una strategia scientificamente valida, questa sarà di aiuto non solo alla nostra regione ma all'Italia e all’Europa”.