La giunta regionale della Basilicata ha approvato la scorsa settimana una modifica del Calendario venatorio regionale per la stagione venatoria 2015-2016, riguardo la pratica dell’esercizio venatorio alla specie cinghiale.

“La modifica - rende noto l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia - sempre nel rispetto della normativa nazionale e regionale, consente la pratica della caccia al cinghiale nella giornata di sabato per il mese di novembre, lasciando inoltre facoltà agli Ambiti territoriali di Caccia. di consentire il prelievo venatorio del cinghiale nella giornata di sabato anche per il mese di dicembre”.

Braia ricorda ancora “Dopo aver ripartito 150mila euro alle due province di Potenza e Matera per il rimborso agli agricoltori che hanno subito danni da fauna selvatica, abbiamo dato il via anche alle attività di selecontrollo e abbattimento selettivo nei quattro parchi della regione. Anche l’istruttoria per la realizzazione di nuovi chiusini per la cattura dei cinghiali nei parchi è tutt’ora in corso”.

“Si aggiunge pertanto una ulteriore possibilità - sottolinea l’assessore Luca Braia - di arginare in maniera decisa la questione della sovrappopolazione dei cinghiali e di conseguenza i problemi causati agli agricoltori. Con un obiettivo più ampio che è quello di andare verso la creazione della filiera della trasformazione della carne di cinghiale Basilicata”.

La Basilicata sta cercando di arginare il problema dei danni alle colture derivanti dai cinghiali con un intenso lavoro di collaborazione con i Parchi regionali e nazionali che insistono sul territorio.

Nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane il selecontrollo era già attivo, con 6 unità impiegate nell’area di Castelmezzano e 8 unità nell’area di Pietrapertosa.

Nel Parco nazionale dell’Appennino lucano Val D’Agri lagonegrese sono state recentemente attivate circa 45 unità dedicate al selecontrollo.

Nel Parco nazionale del Pollino il selecontrollo era già attivo dal 2008. Da agosto 2011 sono 370 i selecontrollori utilizzati (Calabria e Basilicata), di cui 154 che operano nel versante lucano del Parco del Pollino.

Anche il Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano ha  attuato il selecontrollo, utilizzando prevalentemente selecontrollori con residenza nei comuni dell’area interessata.