E’ pesante il bilancio dei danni provocato dal maltempo all’agricoltura in Sicilia. Mentre in Sardegna per due volte i nubifragi hanno colpito la stessa zona e la Coldiretti chiede un piano straordinario per fronteggiare i nubifragi.
 
In Sicilia sono stati colpiti vigneti e frutteti con la perdita dei frutti ma anche con intere piante sradicate. E’ la Coldiretti a tracciare un primo e necessariamente parziale bilancio dei danni in Sicilia, dove occorre valutare se esistono le condizioni per la richiesta dello stato di calamità.
 
Ad essere colpiti sono stati soprattutto gli agrumeti, dalla zona di Canicattì nell’agrigentino alla provincia di Messina.
"L'uva - sottolinea la Coldiretti - è stata distrutta proprio al momento della raccolta vanificando il lavoro di un intero anno. Molte strade interne sono impraticabili e la viabilità compromessa seriamente e impedisce di raggiungere le aziende agricole. Problemi si riscontrano inoltre alle reti elettriche ed agli impianti delle aree rurali".
 
Danni anche in Sardegna dove per la seconda volta nel giro di due settimane il maltempo ha colpito Gallura, nuorese, cagliaritano e Campidano.
 
“Serve un piano straordinario per evitare e limitare i danni dei nubifragi”.
L'esortazione era arrivata da Coldiretti  a fine settembre. L'organizzazione agricola si rivolgeva alla Regione Sardegna “perché metta in piedi un piano straordinario per la pulizia dei canali innanzitutto e di tutto ciò che potrebbe ostacolare il deflusso dell'acqua”.
 
“Dopo il caldo record di quest'estate e il contemporaneo deficit di precipitazioni dobbiamo prepararci ad un autunno con piogge oltre la norma – aveva avvertito il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, che aveva aggiunto - l'esperienza ci dovrebbe insegnare qualcosa. Come Regione abbiamo già pagato a caro prezzo le bizze metereologiche e le negligenze umane, per questo dobbiamo entrare nell'ottica che stiamo vivendo un'emergenza per affrontarla di conseguenza con interventi straordinari.
Bisogna recuperare in poche ore il tempo perso e mettere in piedi un programma di prevenzione su tutto il territorio regionale che coinvolga sicuramente i consorzi di bonifica ma anche chi come gli agricoltori e gli allevatori vive la terra”.