Il prosecco e l'olio d'oliva protagonisti a Expo in occasione della settimana dedicata al Veneto, che proseguirà fino al prossimo 8 ottobre. Quella di quest'anno si annuncia essere la vendemmia dei record per quantità e qualità. Il Veneto, infatti, prima regione d’Italia per produzione e volume di esportazioni, si prepara quest’anno ad imbottigliare 9,3 milioni di ettolitri, il 13 per cento in più dell’annata precedente. Il prosecco rappresenta il 33 per cento della produzione vitivinicola del territorio della Serenissima, seguito dai veronesi Valpolicella, Soave, Bardolino e Bianco di Custoza, che valgono quasi un quinto del vino ‘made in Veneto’. “Siamo una Regione che ha investito molto nella tutela dei propri vitigni, nella qualità dei propri vini e nella promozione internazionale”, ha sottolineato Pan, assessore all'Agricoltura della Regione, nel faccia a faccia fuori programma con i presidenti dei Consorzi di tutela dedicato anche a valutare le notizie del maxisequestro amministrativo operato dai carabinieri dei Nas nelle cantine del ‘quartiere del Piave’. Un’operazione alla quale i presidenti dei Consorzi del ‘sistema prosecco’ in Veneto guardano con grande attenzione e qualche preoccupazione per gli effetti di immagine, ma anche con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per superare il periodico controllo sistematico del nucleo antifrodi e sofisticazioni.

Il sistema Prosecco – hanno ribadito i presidenti dei tre consorzi di tutela ad Expo – grazie ai propri disciplinari e alle procedure di autocontrollo e di verifica applicate ha tutti gli anticorpi per garantire ai consumatori la qualità e la serietà di un vino che ha conquistato il primato di vendite in Italia e che viene venduto in 80 Paesi nel mondo”.

Ottime performance per redditività si registrano anche per l'olio veneto che si è guadagnato la fiducia dei mercati e dei consumatori. Il valore di mercato della produzione veneta di olive è aumentato nell’ultimo anno del 110%, passando dai 9,25 euro al kg agli attuali 20,2 euro. A presentare a Expo 2015 l’andamento e le prospettive di una coltura di nicchia che in Veneto prospera anche in quota è stato il Consorzio di tutela Olio extra vergine di oliva Veneto, che conta 400 soci produttori per un totale di 4500 ettari coltivati a olivo e una produzione complessiva di 6-7000 quintali di olio l’anno, 800 dei quali diventano Dop.  “Grazie alla grande abilità dei nostri agricoltori e alle coltivazioni in quota – confermano Daniele Salvagno e Andrea Bertazzi, presidenti rispettivamente del Consorzio di tutela olio veneto e del Consorzio olio del Garda – il raccolto delle ultime due stagioni ha raggiunto un’alta qualità di prodotto, che è stato premiata dal mercato”. “La filiera dell’olio è una produzione di nicchia – sottolinea l’assessore Pan – ma rappresenta una peculiarità della tradizione veneta ed è diventata una sfida innovativa per la conservazione della biodiversità, la tutela e la valorizzazione del paesaggio e la competitività delle aziende del primario”.
 
Sono 10 le varietà di olivo autoctone del Veneto e danno vita due oli a denominazione di origine protetta: Garda Dop e Veneto Dop. Quest’ultimo comprende tre denominazioni: Valpolicella, Euganei e Berici, e “del Grappa”. Il Veneto è l’unica regione d’Italia  a vantar ben due Dop.
L’80% del prodotto è riconducibile agli oliveti della collina veronese e del Garda, nel territorio della Valpolicella, il restante proviene dai  Colli Euganei, in provincia di Padova, dai colli Berici (in provincia di Vicenza) e dalla Lessinia, in provincia di Verona, e dalla pedemontana veneta, in provincia di Treviso.
Nelle colline della pedemontana veneta la coltivazione dell’olivo si spinge fino ai 500 metri di altitudine. I produttori hanno in genere piccole piantagioni che variano da 50 a 200 piante e seguono la coltivazione e la trasformazione con grande passione e cura. Si fa particolare attenzione alla riscoperta e valorizzazione di antiche ‘cultivar’ come la Belvedere, il cui nome richiama lo sguardo che da quelle colline spazia verso la pianura.

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