E' partita con una settimana di anticipo la raccolta delle olive in Italia, con prospettive positive per quanto riguarda la produzione, per la quale è prevista una crescita del 30% rispetto al 2014. Annata favorevole anche sotto il profilo qualitativo, grazie all'andamento climatico favorevole.

E' Coldiretti a fare il punto della situazione con la partenza della campagna olivicola nazionale, che riguarda 1,1 milioni di ettari per un fatturato di 2 miliardi di euro. Numeri importanti, che fanno dell'Italia il secondo produttore mondiale dopo la Spagna, ma il primo paese per numero di oli Dop, ben 43.

L'extravergine fresco del nuovo raccolto – spiega in una nota Coldiretti – esprime al meglio le note proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo. Rispetto all'anno scorso, uno dei più pesanti della storia per l'olivicoltura italiana, con poco più di 300mila tonnellate d'olio, la produzione dell'annata in corso dovrebbe crescere fino a 400mila tonnellate, rimanendo però sotto la media storica, vicina alle 500mila tonnellate. La qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia, la causa principale del crollo produttivo nel 2014 assieme al maltempo”.

La scarsa produzione dello scorso anno ha favorito le importazioni dall'estero – continua Coldiretti – Nel primo semestre 2014 hanno visto l'arrivo di 321mila tonnellate di olio straniero, con un vero e proprio boom dalla Tunisia, con una crescita dell'import del 748% in un anno”.

La situazione rischia di peggiorare ulteriormente – precisa il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo - dopo il via libera annunciata dalla Commissione Europea all'aumento del contingente di importazione agevolato di olio d'oliva dal paese africano verso l'Unione Europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia”.

La Coldiretti mette in guardia sul rischio che prodotti di altri paesi possano essere spacciati come made in Italy. “L'Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri”.