Agricoltura contro industria, il piccolo David contro il gigante Golia, evoca questo scontro biblico il risarcimento danni da 10 milioni di euro che Confagricoltura Taranto chiederà a chi sarà condannato nel maxiprocesso Ilva, che attende a breve l’esordio della fase dibattimentale. Perché i danni prodotti all’ambiente hanno avuto ricadute negative sull’immagine dei prodotti della filiera agroalimentare del tarantino, un danno che va risarcito.

"I 47 rinvii a giudizio sono il primo, provvisorio, passo per l’accertamento delle responsabilità nel processo all’Ilva e, per quanto ci riguarda, del riconoscimento dei danni al mondo agricolo". Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, ha esordito così oggi in conferenza stampa a Taranto, per spiegare perché le centinaia di aziende agricole che rappresenta abbiano la loro parte di giustizia e di verità nel maxi-processo che vede alla sbarra la più grande industria dell’acciaio d’Europa.

Un enorme calderone in cui sono finiti inquinamento ambientale, salute umana e responsabilità istituzionali e imprenditoriali a tutti i livelli. "Non ultima – ha spiegato stamane in conferenza stampa Lazzàro – la salubrità dei prodotti agricoli, l’immagine delle nostre tipicità con marchio Taranto e la semplice possibilità di poter liberamente portare avanti la propria azienda zootecnica come, invece, è tuttora vietato nel raggio di 20 chilometri attorno alle ciminiere Ilva per il rischio diossina".

"L’obiettivo di Confagricoltura Taranto – ha sottolineato il presidente – è uno solo: che alla fine dell’iter processuale venga affermato con forza che l’ambiente e chi vi opera vanno tutelati e non inquinati. Dunque: chi inquina paga, penalmente e civilmente".

Lazzàro ha ricordato i recenti dati economici contenuti nel Rapporto Taranto 2015 e diffusi dalla Camera di Commercio: "Il settore agroalimentare tarantino – ha affermato - è il miglior comparto economico in Puglia, con una crescita che si attesta al più 18,9% del valore aggiunto. E tuttavia, sul versante dell’export, si registra una fase a singhiozzo: l’importante incremento nel 2012 (+19,8%) è stato più che annullato da successivi cali del 19,7% e del 3,5% rispettivamente nel 2013 e nel 2014".

Lazzàro ha ancora detto: "Dal punto di vista più strettamente processuale, è l’avvocato Donato Salinari a rappresentare e difendere Confagricoltura Taranto con l’obiettivo – ha chiarito - di collaborare all’accertamento dei fatti ed ottenere l’integrale risarcimento dei danni per i danni causati dall’inquinamento ambientale e dagli effetti collaterali che questo ha provocato”.

"Non v’è dubbio
– ha ricordato il legale citando i contenuti della costituzione di parte civile di Confagricoltura - così come ritiene il Legislatore alle norme indicate e contestate agli imputati, che questi ultimi, con la loro plurima e concorsuale condotta si siano resi responsabili di comportamenti gravi, riprovevoli ed altamente lesivi dell’immagine, del decoro, della struttura organizzativa e del patrimonio economico degli associati. A causa dei comportamenti illeciti tenuti dagli imputati si è verificato un danno di immagine ed economico per Confagricoltura Taranto oltre che degli associati della stessa associazione con evidente ed ingiusto profitto da parte dei soggetti imputati".

"La responsabilità – ha rimarcato l’avvocato Salinari - emerge non da elementi astratti ma da elementi oggettivi di indagine, compreso l’atteggiamento tenuto in modo volontario e premeditato da parte degli imputati, i quali erano ben consapevoli del danno che stavano provocando e dell’ingiusto profitto che stavano conseguendo. Confagricoltura Taranto ed i suoi associati hanno subito un danno notevole, valutato in dieci milioni di euro, e per questi motivi essa si è costituita parte civile al fine di tutelare gli interessi dell’impresa agricola in ogni sua forma, della proprietà e della conduzione agricola degli agricoltori associati".