In Campania si corre ai ripari sui Programmi di sviluppo rurale.

Ieri, su proposta del presidente della giunta regionale con delega all’agricoltura, Vincenzo De Luca, e dell’assessore ai Fondi europei, Serena Angioli, la giunta ha dato il via libera alla task force istituita per i Psr 2007–2013 e 2014–2020, con l’obiettivo di recuperare i ritardi registrati nell’avanzamento della spesa del sessennio precedente e di fare il punto sullo stato del negoziato per il Psr 2014-2020.

Della task force fanno parte i designati delle organizzazioni professionali agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura, dell’Anci, dell’Upi e dell’Uncem. La prima convocazione del gruppo di lavoro è prevista per il 28 luglio prossimo.

I Psr della Campania sono ad un bivio: accelerare o rischiare di indurre forti tensioni sociali nelle aree rurali della regione, come già successo recentemente in Sardegna. 
Basti pensare che sulla vecchia programmazione 2007-2013, che aveva in dote quasi un miliardo e 810 milioni di euro di spesa pubblica, secondo i dati di Rete Rurale Nazionale, aggiornati al 31 maggio scorso, si rischia il disimpegno automatico di ben 230, 4 milioni sul Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, pari a  375, 4 milioni di euro di spesa pubblica che andrebbero irrimediabilmente persi se non rendicontati entro il prossimo 31 dicembre a Bruxelles.

Ma un altro fronte che si annuncia caldissimo è quello del Psr 2014-2020, un documento che vale un miliardo e 836 milioni di euro, rispetto al quale occorre dare una risposta alle 600 osservazioni pervenute dalla Commissione europea a seguito della notifica ufficiale del programma.
 
Da Coldiretti Campania, che nelle settimane scorse aveva inviato un duro monito a De Luca proprio sui Psr, oggi giunge questa posizione: "Un segnale positivo. La convocazione della task force sul Psr 2007-13 risponde alla necessità di un'inversione di tendenza nei processi decisionali. Oltre ad affrontare il rischio del disimpegno automatico, Coldiretti Campania ribadisce l'urgenza di affrontare la programmazione del Psr 2014-2020, già in forte ritardo. La task force può essere l'occasione per ridefinire la governance del Programma di sviluppo rurale".
 
Secondo Coldiretti, "Il lavoro per la definizione della proposta di Psr 2014-2020 va accelerato con l’obiettivo di ottenerne l’approvazione da parte della Commissione entro tempi brevissimi. Parallelamente andrebbe avviata la predisposizione della strumentazione occorrente per la sua immediata operatività, una volta ottenuta l’approvazione da parte della Commissione".
 
Coldiretti Campania, inoltre, "E’ pienamente consapevole dello sforzo che va compiuto ed è pronta a fare la sua parte per disegnare un Psr più efficace di quello in via di esaurimento e per definire una strumentazione attuativa efficace e attenta alle necessità dei cittadini e delle imprese". Coldiretti Campania ha nominato quale proprio uomo nella task force Alfonso Carbonelli, responsabile regionale del Settore tecnico economico e dei Centri di assistenza agricola.
 
Da Cia Campania, che aveva chiesto al presidente De Luca di fare un passo indietro e rimettere la delega all’agricoltura ad un assessore a tempo pieno viene un cenno di approvazione ed un avvertimento: "L'istituzione di una task force per i Programmi di sviluppo rurale 2007–2013 e 2014–2020, è sicuramente una modalità di lavoro su un tema di primaria importanza che valorizza il processo di condivisione con gli attori del settore agricolo – è scritto in una nota - è importante non ripetere gli errori del passato che hanno poi prodotto scelte inefficaci".
La Cia Campania ha nominato come proprio componente della task force il direttore regionale Mario Grasso.
 
Confagricoltura Campania ha nominato nella task force istituita ieri il direttore regionale Paolo Di Palma.
Il presidente Michele Pannullo ad AgroNotizie dice: "Ben venga l’accelerata sui Psr: occorre fare una ricognizione immediata sui decreti di spesa per capire imprese ed enti pubblici a che punto sono per poter realisticamente rendicontare la spesa in tempo utile. Certo resta sul tappeto il problema degli enti pubblici che faticano a trovare nei bilanci il 10 per cento di Iva e comportano in uno un rallentamento della spesa ed un abbassamento della sua qualità".

Le soluzioni per evitare il disimpegno automatico, per Pannullo, passano per "Bandi a sportello sulla misura 121 e su quella che premia gli investimenti ed il primo insediamento dei giovani, in questo modo si favorirebbero progetti facilmente cantierabili, magari dove non vi è la necessità di intervenire con opere edilizie, ma solo con l’acquisto di mezzi e macchinari".