La Commissione Ue ha definitivamente approvato il Programma di sviluppo rurale regionale dell'Umbria per il periodo 2014-2020, che mette a disposizione dell'agricoltura umbra un budget totale di 877 milioni di euro, cofinanziato dall'Ue per 378 milioni.

E' una grande soddisfazione poter cominciare questa legislatura con tutti e tre i programmi comunitari approvati – commenta la riconfermata presidente dell'Umbria Catiuscia Mariniora possiamo partire immediatamente con la loro attuazione, il che consentirà alla nostra regione di beneficiare fin da subito di finanziamenti, iniziative e progetti di grande contenuto innovativo, a sostegno della ripresa economica”.

Sono felice che il sesto programma di sviluppo rurale sia stato approvato – le fa eco il commissario europeo all'agricoltura, Phil Hoganuno dei punti di forza della nostra idea di sviluppo rurale è che abbiamo fissato una serie di priorità a livello Ue e in questo contesto Stati membri e regioni hanno la flessibilità di progettare i loro programmi in base alla propria situazione. L'Umbria, per esempiom ha scelto di guardare con maggiore attenzione come gestione dell'acqua e banda larga nelle aree rurali”.

Il nuovo Psr umbro, che vale da quest'anno fino al 2020, si pone come obiettivo la costruzione o il miglioramento delle infrastrutture a banda larga a beneficio del 90% della popolazione regionale, mentre il 42% delle superfici agricole della regione sarà impegnato nell'ambito della gestione delle risorse idriche. Il 29% sarà coinvolto in progetti per una gestione più sostenibile del suolo, mentre il 13% delle superfici agricole e il 5% di quelle forestali avvieranno iniziative in favore della biodiversità.

1200 agricoltori circa riceveranno un sostegno diretto per la ristrutturazione e l'ammodernamento delle loro aziende, mentre circa 400  giovani agricoltori avvieranno la propria nuova attività anche grazie all'incentivo programmato dal Psr. Oltre il 10% del plafond totale sarà poi investito in innovazione e cooperazione, mentre infine un'ultima quota è destinata all'inclusione sociale, che porterà migliori servizi al 34% della popolazione rurale.