La Rete Rurale Nazionale ha reso disponibili sul web le performance di spesa delle regioni d’Italia sui rispettivi Programmi di sviluppo rurale 2007/2013 aggiornate al 31 marzo scorso. I vecchi Psr  dovranno completare il ciclo di spesa entro il 31 dicembre di quest’anno. A preoccupare – come sempre – è l’andamento della spesa pubblica nelle regioni meridionali in Obiettivo Convergenza, dove l’avanzamento complessivo della spesa pubblica è attestato al 79,51% , contro l’84,27% delle regioni del Centro-Nord che sono tutte concentrate nel pattuglione Competitività. Su 17,6 miliardi di spesa pubblica assegnata all’Italia, l’avanzamento complessivo della spesa è dell’82, 27%.

Entro il 31 dicembre prossimo alle regioni del Centro Nord e alla Sardegna, restano da spendere un miliardo e 660 milioni, con appena 745 milioni in quota Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale a rischio disimpegno, pari al 16, 21% del totale. Queste regioni partivano da una dotazione iniziale di 10 miliardi e 245 milioni di spesa pubblica, 4,6 dei quali in quota Feasr.

Entro questa stessa data alle regioni del Sud toccherà documentare spesa pubblica per quasi un miliardo e 500 milioni di euro, con 885,8 milioni di quota Feasr a rischio disimpegno automatico, pari complessivamente al 20,39% del totale. Queste regioni partivano da una dotazione iniziale di 7 miliardi e 333 milioni di spesa pubblica, 4, 3 dei quali in quota Feasr.

“L’analisi dei dati evidenzia, soprattutto per talune Regioni in Convergenza, la necessità di incrementare le rispettive capacità di spesa per evitare il disimpegno automatico delle somme al 31 dicembre 2015 – è scritto nel Report di Rete Rurale Nazionale, che puntualizza - al contrario, per taluni Psr (in particolare Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta), l’obiettivo di spesa sembra essere vicino.”

Tra le regioni che sicuramente preoccupano Rrn c’è la Basilicata, che è già andata in disimpegno automatico nel 2013 e nel 2014: e che in meno di nove mesi dovrà spendere solo di quota comunitaria quasi 100 milioni di euro, oltre il 25% della dotazione iniziale. Una cifra non da poco se raffrontata alla spesa pubblica necessaria a generarla: ben 173,6 milioni di euro.

Un’altra regione che aveva tenuto con il fiato sospeso fino alla fine negli ultimi due anni è la Campania: entro il 31 dicembre dovrà darsi da fare, generando spesa pubblica per 397,4 milioni di euro, tali da assorbire 343,8 milioni di quota Feasr, che ad oggi è non speso per il 21,96% della dotazione iniziale.