La Puglia è tramortita dalla decisione del Comitato permanente per la salute delle piante di Bruxelles, che ieri ha ridefinito il Piano d’interventi per il contrasto ed il contenimento alla Xylella fastidiosa.

Nessuna dichiarazione ufficiale perviene al momento da Regione Puglia e dalle organizzazioni agricole. Eccezion fatta - ieri sera - per la federazione regionale Coldiretti che ha sparato ad alzo zero contro il provvedimento comunitario, che sarà obbligatorio da maggio, e che impone la totale eradicazione delle piante malate e di quelle sane se potenziali vettori della Xylella nel raggio di 100 metri dagli olivi infetti nella fascia più a Nord.

Attualmente, nella nuova fascia a Nord, delimitata ieri sera dal Comitato permanente per la salute delle piante di Bruxelles, c’è solo il comune di Oria, l’unico focolaio ad ora riconosciuto, in questa ampia zone che corre tra le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, e che fungerà da vero e proprio argine all’infezione.

“Non siamo disposti a sacrificare alcun albero sano. Deve passare il “metodo” di testare le piante circostanti – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, rispetto alle misure anti-Xylella adottate dal Comitato Ue per la salute delle piante, e aggiunge - non possiamo accettare quanto disposto a livello comunitario ovvero la rimozione e la distruzione delle piante infette e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri a prescindere dal loro stato di salute, che oltre ad essere inaccettabile in termini di distruzione del patrimonio olivicolo con esemplari monumentali introvabili al mondo, è improponibile sul fronte dei costi economici e della tensione sociale. N
on possiamo accettare nel modo più assoluto
– conclude - che venga violato il nostro territorio e ci aspettiamo che la Commissione Europea verifichi nei prossimi giorni l’applicabilità reale delle misure”.

“E’ un provvedimento che evidentemente non è stato condiviso – dice duro il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti –  è stato calato d’alto, che non tiene conto dell’impossibilità oggettiva di alcuni provvedimenti e delle ricadute sugli olivicoltori. Prendiamo atto della decisione ‘tardiva’ di vietare l’importazione di piante di caffè e sottoporre a condizioni rigorose le importazioni all'interno dell'UE di piante specificate note per essere suscettibili di Xylella fastidiosa”.

Silenzio da parte delle altre organizzazioni agricole.
Mentre il
 silenzio di regione Puglia – sia del presidente Nichi Vendola che dell’assessore Fabrizio Nardoni – sembra legato proprio alle ultime dichiarazioni del presidente pugliese dei giorni scorsi, che sperava in un provvedimento non punitivo per il Salento, area per la quale il Comitato ieri ha accolto la richiesta di convivere con la malattia e dove le piante, neppure quelle infette, saranno eradicate.
Ma nella fascia di sicurezza a Nord, il patrimonio a rischio taglio è enorme, ove si evidenzino nuovi focolai, atteso che in un ettaro mediamente si trovano 300 piante di olivo ed una sola pianta infetta impone il taglio su una superficie tanto vasta da poter colpire oltre 940 piante. E soprattutto perché la decizsone del Comitato mette a rischio di eradicazione anche i vigneti, importantissimi nella zona di Manduria, che rientra nella fascia a Nord, zona del Primitivo Doc. Un danno enorme, che, ove si verificasse, allo stato resterebbe senza ristori.